Il delegato regionale dell’Onb per Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, Valter Canavero, ha inviato una lettera al Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Biologi nella quale chiede un’ulteriore proroga della possibilità, per i biologi nutrizionisti, di svolgere prestazioni online.
Di seguito pubblichiamo la risposta del presidente dell’Onb, Vincenzo D’Anna, alla richiesta del collega.
Caro Canavero,
credo che sia il Presidente che l’intero Consiglio dell’Ordine si siano prontamente posti il problema di dare una mano ai colleghi nutrizionisti. Ci siamo assunti una responsabilità personale e politica nei confronti della legge (leggi NAS), del nostro codice deontologico e della corretta pratica professionale svolta secondo la prassi validata scientificamente. In ultimo, ma non per ultimo, abbiamo mancato nei riguardi di decine di colleghi che sono stati sanzionati per aver praticato le diete online. Tuttavia lo abbiamo fatto nel sereno convincimento che l’eccezionalità del momento e i divieti di legge ben potessero giustificare una deroga straordinaria. Venute meno queste proibizioni, dobbiamo necessariamente ritornare alla normalità per garantire all’utente-paziente il meglio che si possa offrire. Sì, proprio il paziente deve rimanere al centro delle nostre preoccupazioni. Egli ha diritto a ottenere tutta la buona pratica professionale e sanitaria dal professionista al quale si è affidato. È fuori discussione che la presa in carico del paziente debba essere fatta dal professionista secondo i canoni prescritti, ovvero valutando de visu la storia anamnestica, i parametri antropometrici, i dati biologici normali oppure patologici, le eventuali allergie, le intolleranze e gli esami clinici del caso, nonché la sottoscrizione del contratto prestazionale. Un modus operandi che solo in parte può essere garantito attraverso il surrogato di un contatto telematico. Se per avventura, questa eccezione divenisse regola, il professionista diventerebbe un accessorio, un semplice elemento del contatto, parte di un processo telematico. Scomparirebbe il rapporto diretto tra esperto e paziente, che è presupposto dell’opera prestata. Tutto questo trasformerebbe la pratica professionale in un mercato telematico, un luogo metafisico nel quale la scelta dell’utente finirebbe per orientarsi, in seguito, in base alla mirabolante pubblicità e al basso costo della prestazione offerta. Un ginepraio anonimo nel quale primeggerebbero gli abusivi, i millantatori, i colleghi più spregiudicati.
Non possiamo e non dobbiamo consentire tutto questo. Chi finge di ignorare tutto ciò reclama un esercizio professionale senza vincoli e senza limiti, che porterebbe un comparto, già troppo inflazionato da colleghi improvvisati, in una terra di nessuno con abusivi di ogni specie. Un luogo di concorrenza selvaggia. Ho concesso, col beneplacito dell’intero Consiglio dell’Ordine, un’ultima deroga per consentire di chiudere le pratiche in corso. Estenderla ulteriormente significherebbe un implicito appoggio alla denegata tesi che la pratica online, tutto sommato, possa essere praticata e assimilata a quella correttamente svolta dal professionista.
Non sfugge a nessuno che la presa in carico dell’utente, fatta nello studio del professionista, definita contrattualmente nella tipologia di prestazioni da erogare al paziente, può anche avvalersi di un marginale uso dei mezzi di comunicazione per aggiustamenti del regime dietetico e per interazioni tra il biologo e l’utente. Non intendiamo negare a nessuno l’uso degli strumenti di comunicazione, intendiamo impedire che tali mezzi rimpiazzino l’opera insostituibile del professionista. Chi si ostina a non comprendere che l’Ordine è un baluardo posto a difesa della professione, del professionista e della buona pratica sanitaria, si delega nell’angusto spazio del proprio egoismo e delle proprie convenienze.
Spero, pertanto, di trovare buon senso e consenso da parte di tutti voi.
Dott. Vincenzo D’Anna
Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi