Roma, 5 giugno 2020 (Agonb) – Il rigetto cronico di organi è la principale causa di fallimento dei trapianti; ora, una nuova scoperta guidata da ricercatori della School of Medicine dell’Università di Pittsburgh e dell’Ospedale metodista di Houston, pubblicata sulla rivista Science, suggerisce che le cellule immunitarie innate, una volta esposte a un tessuto estraneo, potrebbero averne memoria e dare inizio a una risposta immunitaria se esposte a quello stesso tessuto in futuro.
“Il tasso di rigetto acuto entro un anno dal trapianto è diminuito in modo significativo, ma molte persone avranno probabilmente bisogno di un secondo trapianto nella loro vita a causa del rigetto cronico”, ha detto Fadi Lakkis, direttore scientifico del Pitt’s Thomas E. Starzl Transplantation Institute. I ricercatori hanno utilizzato analisi molecolari e genetiche per dimostrare che per la memoria delle cellule immunitarie innate negli ospiti era necessaria una molecola chiamata “Paired Immunoglobulin-like Receptor (PIR)-A”.
Quando il PIR-A è stato bloccato con una proteina ingegnerizzata sinteticamente o rimosso geneticamente, la risposta della memoria è stata eliminata, consentendo ai tessuti trapiantati di sopravvivere per molto più tempo. (Agonb) Cdm 10:00.