Roma, 16 giugno 2020 (Agonb) – Essere gentili e sensibili dipende anche dalla genetica. Lo ha scoperto uno studio, dei ricercatori della Queen Mary University di Londra, pubblicato su Molecular Psychiatry. «La gentilezza’ influisce 5 volte più di quanto si pensasse. Si ipotizzava che il 10% della sensibilità dipendesse dalla genetica, invece è un tratto umano comune e condiviso», afferma Michael Pluess, della Queen Mary University di Londra. «Le esperienze di vita, l’educazione ricevuta e l’ambiente in cui si cresce influiscono, ma sospettavamo che la sensibilità avesse una base genetica – prosegue Pluess – che influisce per il 47% mentre l’ambiente il 53%. Si è giunti a tali conclusioni confrontando le reazioni e gli atteggiamenti di mille gemelli omozigoti e 1.800 eterozigoti, metà dei quali dello stesso sesso, a esperienze negative e positive», conclude Pluess. «Sottoponendoli ad un test per verificare i livelli di sensibilità di un individuo al proprio ambiente – spiega Elham Assary, collega e coautrice di Pluess – chi reagisce di più a esperienze negative sviluppa maggiori livelli di stress, chi è più sensibile a situazioni positive, si associa ad una buona genitorialità», conclude la ricercatrice. Analizzando il legame tra sensibilità e i principali tratti della personalità “Big Five”: Estroversione, Gradevolezza, Coscienziosità, Stabilità emotiva e Apertura mentale, la componente genetica influenzerebbe solo stabilità emotiva ed estroversione. «Il test, disponibile a fine mese, permetterà di valutare la propria sensibilità e accettarla come una parte importante del proprio essere, considerandola una forza, e non una debolezza», concludono i ricercatori. (Agonb) Mmo 13:30.