Roma, 17 giugno 2020 (Agonb) – Uno studio condotto dalla Cornell University, dall’Ateneo di Pittsburgh e dall’Università di Firenze, pubblicato su Nature Communications, individua un gene fondamentale nell’anoressia nervosa che può rallentare l’insorgenza o il cronicizzarsi della malattia. «La riduzione del cibo – spiega lo psichiatra Valdo Ricca, firmatario del lavoro per Unifi insieme ai neurologi Benedetta Nacmias e Sandro Sorbi – attiva il gene SIRT1 che scatena l’ansia, il ricorso all’esercizio fisico per perdere peso e la gratificazione derivante dal digiuno, generando un circolo vizioso che accelera il progredire della malattia». I ricercatori statunitensi hanno verificato che inibendo geneticamente o farmacologicamente SIRT1 si ritarda l’inizio o l’aggravarsi della patologia. «Per avere un riscontro genetico – commenta Nacmias – sono stati testati oltre 100 pazienti dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, a conferma del ruolo chiave di questo gene nello svilupparsi della patologia. Nei soggetti malati sono state trovate varianti di SIRT1, non riscontrabili in quasi 4mila soggetti sani controllati. È una sorta di predisposizione che conferma l’importanza cruciale di questo gene». «La ricerca – conclude Valdo Ricca – apre la possibilità di sperimentare trattamenti terapeutici che, agendo su SIRT1, possano modificare le gratificazioni che i pazienti traggono dall’esercizio fisico esasperato, uno dei fattori responsabili della cronicizzazione dei sintomi». (Agonb) Mmo 9:30.