Roma, 8 luglio 2020 (AgOnb) – Uno studio pubblicato su “Scientific Reports”, condotto dai ricercatori dell’Università di Padova ha dimostrato che l’età biologica dei tessuti cardiaci è più giovane di quella cronologica, ciò estenderebbe il limite di età per i donatori. «Abbiamo scoperto che l’età biologica di entrambi i tessuti atriali è molto più giovane rispetto all’età cronologica di ben 12 anni, mentre l’età biologica del sangue è molto simile all’età cronologica – spiega la prof.ssa Pavanello, direttrice laboratorio di Genomica e Mutagenesi Ambientale –. Si è dimostrato che l’età biologica del cuore non riflette l’età cronologica del donatore. Inoltre, non esistono differenze tra atrio destro e sinistro, infatti hanno la stessa età epigenetica non mitotica. L’età biologica del cuore è circa 10 anni più giovane rispetto a quella del sangue. Ciò suggerirebbe che il sangue è più suscettibile ai cambiamenti epigenetici indotti dall’interazione dell’avanzare dell’età e dei fattori ambientali rispetto al cuore». «Lo studio apre la strada a nuove linee di ricerca clinica e di base nel campo del trapianto di organi – continua il professor Gerosa, direttore Cardiochirurgia Azienda ospedaliera -. Nell’era attuale, la carenza di organi non consente a tutti i pazienti di avere accesso a un trapianto di cuore, che rimane la miglior terapia. Attualmente si usano donatori fino ai 65 anni, ma per offrire l’opzione di trapianto di cuore anche agli over 70 bisogna cominciare ad utilizzare donatori over 65 anni. Non era mai stato provato prima che l’età biologica del cuore potesse essere diversa dall’ età cronologica dei donatori». (AgOnb) Mmo 11:30