Un virus che ha colpito la Lombardia come in una guerra, “con tanti carri armati che hanno attaccato la regione da più fronti diversi nello stesso momento”. Un “assalto multiplo e concentrico”, insomma, che si è avvenuto contemporaneamente causando così “il disastro”, come lo definisce Carlo Federico Perno, direttore della Medicina di laboratorio del Niguarda di Milano. Il Sars-Cov-2 era presente in Lombardia già da metà gennaio e ha circolato nella regione più colpita con almeno due “ceppi”, due linee o famiglie principali, una nel sud della Lombardia tra Lodi e Cremona, e un’altra nel centro nord a partire da Bergamo: sono le conclusioni di uno studio condotto da Perno e da Fausto Baldanti, numero uno della Virologia molecolare del San Matteo di Pavia, con il sostegno della Fondazione Cariplo.
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