Roma, 17 luglio 2020 (AgOnb) – Fiori e insetti “comunicano” anche tramite il profumo. A scoprirlo uno studio dell’Università di Pisa pubblicato su “Basic & Applied Ecology”. Più i profumi sono semplici e poco aromatici più si rivolgono ad determinati impollinatori, più la fragranza è complessa più il messaggio olfattivo attirerà diversi insetti. I ricercatori dei dipartimenti di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali e di Farmacia e di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali hanno studiato 15 specie di fiori spontanei e relativi impollinatori. Le strisce di fiori spontanei sono state allestite adiacenti a coltivazioni nei campi sperimentali di frumento in agroecosistemi convenzionati con l’Università di Pisa e in laboratorio è stata effettuata l’analisi chimica dei composti volatili. Queste strisce, dette “wildflower strips”, servono per la sopravvivenza di tutti quegli insetti impollinatori, sempre più rari. «Le interazioni specialistiche e generaliste – evidenzia Stefano Benvenuti ricercatore dell’Ateneo pisano – definiscono 2 modelli di coevoluzione fiori insetti. La specialista è più efficace, ma anche più a rischio perché dipende da poche specie di impollinatori la cui presenza con le fioriture è minacciata dai cambiamenti climatici». I fiori specialisti hanno determinati insetti come “vettori” del polline, quelli generalisti invece accettano gran parte degli impollinatori. In poche parole i fiori selvatici, forniscono dei “servizi ecosistemici” dedicati alla sostenibilità degli ecosistemi sia naturali che antropizzati come nel caso dell’agroecosistema. «Capire queste particolari interazioni – conclude Benvenuti – significa difendere la biodiversità e preservare la bellezza dei paesaggi rurali che ci circondano, come quelli Toscani rinomati per la loro unicità». (AgOnb) 9:00 Mmo