Roma, 31 luglio 2020 (AgOnb) – Alla base del segreto della longevità degli alberi più antichi del mondo c’è una «crescita lenta, elevata capacità di rigenerazione, elevata tolleranza e resilienza allo stress ambientale, fattori chiave per l’estrema longevità degli alberi antichi in tutto il mondo». Ad affermarlo nello studio “Long-Lived Trees Are Not Immortal” pubblicato su Trends in Plant Science è Sergi Munné-Bosch del Departament de Biologia Evolutiva, Ecologia i Ciències Ambientals dell’Universitat de Barcelona, che insieme al suo team racconta i segreti degli organismi plurimillenari. Alberi come Methuselah, esemplare di Pinus longaeva di oltre 5.000 anni fa, nella Inyo National Forest (Usa), oppure in Iran il cipresso Cupressus sempervirens Sarv-e Abarkuh che ha più di 4mila anni. Per poter arrivare dove sono arrivate, queste piante dimostrano una «ecofisiologica altamente efficiente a fattori esterni aggiunge un modello di crescita modulare e una grande capacità di rigenerare e mantenere strutture dormienti – come le gemme – che possono riavviare la crescita delle piante durante ciclo di vita dell’esemplare». (AgOnb) Gta 14:00