Roma, 12 agosto 2020 (AgOnb) – Uno studio sulle Scienze della Terra e della Vita condotto da Alberto Vitale Brovarone, ricercatore dell’Università di Torino, apre a nuovi scenari geologici. La ricerca ha identificato alcune fonti profonde (fino a 80 km) di energia di natura abiotica, come metano e idrogeno molecolare. Lo studio sostiene che esse alimentano dal basso la vita nella biosfera profonda. Le sorgenti naturali di idrogeno e di metano abiotico hanno avuto un ruolo fondamentale durante l’evoluzione del pianeta e rappresentano un target primario per l’esplorazione planetaria. Questi gas sono ritenuti molecole chiave per sviluppo della vita sulla Terra e il mantenimento della biosfera microbica profonda, che ospita una biomassa grande quanto quella di superficie. Le origini sono ancora poco identificate. L’idratazione delle rocce del mantello “serpentinizzazione” è da tempo conosciuta poiché capace di produrre idrogeno e favorire la genesi di metano abiotico in ambienti relativamente superficiali della crosta terrestre. Invece, possibili fonti di energia profonda rimangono non identificate nonostante siano state proposte diverse teorie già dai tempi di Mendeleev. «Il nostro studio – spiega Brovarone – combina informazioni ottenute da rocce profonde risalite durante la formazione della catena alpina, e modelli termodinamici per mostrare che il processo di serpentinizzazione può generare idrogeno e metano abiotico fino a profondità di circa 80 km sotto la superficie terrestre. Questo risultato suggerisce che le zone di convergenza tra placche tettoniche, possono costituire importanti fonti di idrogeno e metano, oltre ad altre molecole come H2S (acido solfidrico) e NH3 (ammoniaca). Questi flussi profondi potrebbero aver fornito energia alla biosfera microbica profonda durante l’evoluzione del nostro pianeta». (AgOnb) Mmo 13:30