Roma, 27 agosto 2020 (AgOnb) – Ai pazienti che soffrono di trombosi, embolia polmonare o ictus vengono generalmente somministrati farmaci che aiutano il flusso sanguigno a circolare più uniformemente. Gran parte dei farmaci presenti sul mercato, anticoagulanti o “fluidificanti del sangue”, può impedire la formazione o la crescita di coaguli di sangue e può quindi aiutare a recuperare difetti cardiaci o prevenire ulteriori complicazioni. Ma c’è un problema: questi fluidificanti agiscono bloccando gli enzimi che aiutano a fermare l’emorragia conseguenza di una ferita. Per questo motivo, ogni fluidificante disponibile oggi può portare a sanguinamenti gravi e persino letali a seguito di una lesione. Il problema è rimasto irrisolto fino a pochi anni fa, quando è stato condotto uno studio sull’enzima che normalmente aiuta il coagulo di sangue, che si chiama “fattore di coagulazione XII” (FXII). Il Laboratorio di proteine terapeutiche e peptidi del professor Christian Heinis all’EPFL (Svizzera) ha sviluppato il primo inibitore sintetico di FXII: l’inibitore ha un’alta potenza, un’alta selettività ed è altamente stabile, con un’emivita plasmatica di oltre 120 ore. Pubblicato in Nature Communications, lo studio è il risultato di un’ampia collaborazione con altri tre laboratori in Svizzera e negli Stati Uniti. Al momento gli studiosi stanno cercando di risolvere il problema del tempo di ritenzione, attualmente molto breve, che lo farebbe filtrare dai reni. (AgOnb) Cdm 11:30