Manca poco, ormai, al suono della campanella. In questi giorni non si fa altro che parlare della predisposizione e della preparazione delle scuole italiane alla riapertura del prossimo 14 settembre: quali e quanti spazi occorrono, di quanti arredi e, soprattutto, dispositivi di sicurezza ed interventi di sanificazione ed areazione c’è effettivamente bisogno per garantire la ripresa delle lezioni in tutta sicurezza. Questi i principali quesiti che riecheggiano tra gli addetti ai lavori. “Per istituti scolastici e amministrazioni locali questa ri-progettazione e questo sforzo, in termini finanziari ma anche di idee, può diventare la leva di un cambiamento importante se si coglie l’occasione per ripensare le nostre scuole anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale” scrive, a tal proposito, l’Arpat Toscana nella sezione del proprio sito dedicata alle news. E mai affermazione fu più degna di nota di questa! Sì, la sposiamo in pieno. E’, infatti, proprio in situazioni del genere che occorre cogliere al volo la possibilità che ci si presenta di rivoluzionare completamente il mondo degli istituti didattici così come lo abbiano concepito fino ad oggi, ripensandolo in termini di sicurezza dei luoghi di lavoro (non lo sono anche le scuole?) e di tutela dell’ambiente (che va di pari passo con la salute dei nostri figli, di quella dei loro docenti e di tutto il personale scolastico). Perché, sì: sicurezza ambientale e sicurezza nei luoghi di lavoro, procedono appaiate, avendo entrambe un impatto determinante sulla salute dell’uomo. E dove se non sui banchi di scuola è possibile apprendere i primi, fondamentali rudimenti della “cultura della Salute“? Ci sia consentito ribadirlo, ma è qui che entra in gioco la professionalità e la bravura dei Biologi, figure straordinarie, in grado di svolgere – grazie alle loro “speciali competenze“, all’attitudine che hanno di saper lavorare in team multidisciplinari ed alle capacità apprese e poi affinate nel corso degli studi e della “militanza” sul campo – un ruolo strategico nell’ambito della valutazione del rischio nei luoghi di lavoro indoor. Da qui l’invito forte che mi sento di rivolgere alle istituzioni territoriali affinché coinvolgano sempre di più i Biologi anche nell’opera di “ripensamento” degli istituti didattici, dal punto di vista della tutela e della sicurezza dell’ambiente. Non a caso questa estate, le delegazioni ONB di Emilia Romagna-Marche e Toscana-Umbria, nell’ambito di un vasto ciclo di webinar organizzato per gli aspiranti biologi che dovevano sostenere gli esami di Stato, hanno dedicato uno dei corsi – quello condotto dalla prof. Annalaura Carducci (Unipi) – proprio alla tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro. E sullo stesso argomento si terrà, a breve, un master a cura dell’università di Pisa, già patrocinato dall’ONB. Perché è su queste tematiche che bisogna tenere alta la guardia per progettare, poi, future iniziative. Quando si parla dei Biologi, lo sapete, ci si può sempre fidare.
Dott.ssa Stefania Papa
Consigliera dell’Ordine Nazionale dei Biologi
Delegata Sicurezza Alimentare
Delegata ONB regioni Toscana e Umbria