Il batterio Citrobacter koseri, secondo gli studiosi, avrebbe provocato, in due anni, la morte di alcuni neonati nei reparti di Terapia intensiva neonatale e pediatrica dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, a Verona. Per fare luce sul caso la regione Veneto ha istituito un’apposita Commissione. Ma di che batterio si tratta esattamente? In verità non si conosce molto sui Citrobacter e gli studi su di loro effettuati non sono recentissimi.
In ogni caso i Citrobacter, un genere di batteri Gram-negativi coliformi, anaerobi facoltativi, sono batteri appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae (alla quale appartengono anche i generi più noti Escherichia, Salmonella e Shigella). Essi sono stati isolati per la prima volta nel 1932 da Werkman e Gillen che ne descrissero sette specie, tra cui C. freundii, C. koseri e C. amalonaticus, tipici parassiti umani.
Gli organismi della specie sono tipicamente mobili per mezzo di flagelli peritrichi. Le specie di Citrobacter possono infettare uomini e animali e riscontrarsi nelle acque, nei suoli e nei cibi contaminati. In particolar modo, le categorie di persone più colpite sono i neonati, con una maggiore incidenza per i nati prematuri e gli adulti immunocompromessi.
Citrobacter koseriè la specie meglio conosciuta come causa di sepsi e meningite nei neonati e nei bambini piccoli, potendo portare a possibili ascessi del Sistema Nervoso Centrale. I segni e sintomi più comuni includono instabilità termica, irritabilità, convulsioni, ittero, vomito e letargia. L’inizio dei sintomi, nei neonati, si verifica in genere tra il primo e il 42esimo giorno di vita. La trasmissione può essere verticale, da madre a figlio, o avvenire da persona a persona.