Roma, 8 settembre 2020 (Agonb) – Negli ultimi 30 anni l’incidenza della demenza è diminuita in media del 13% ogni decennio nelle persone di origine europea che vivono negli Stati Uniti o in Europa. Il dato è tra i risultati principali di una ricerca condotta dai ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health e pubblicata sulla rivista “Neurology”. Secondo la tendenza individuata dallo studio, entro il 2040, 15 milioni di persone in meno potrebbero sviluppare la demenza nei Paesi ad alto reddito rispetto all’ipotesi secondo cui l’incidenza della malattia rimanesse costante.
«Con l’aumentare dell’età e dell’aspettativa di vita delle popolazioni negli Stati Uniti e in Europa, la prevalenza della demenza e del morbo di Alzheimer è aumentata notevolmente, a causa del maggior numero di persone nelle età a più alto rischio – ha affermato Lori Chibnik, del dipartimento di Epidemiologia della Harvard Chan School – Tuttavia, la nostra analisi mostra che il tasso di nuovi casi è in calo, il che si traduce in un minor numero di nuovi casi di demenza e morbo di Alzheimer di quanti ce ne saremmo aspettati».
La portata di questa ricerca sta nella platea analizzata: gli autori hanno aggregato i dati di sette studi che includevano più di 49.000 individui con un massimo di 27 anni di follow-up. I ricercatori hanno rilevato che l’incidenza è diminuita sia negli uomini (24%) sia nelle donne (8%). Le ragioni di una simile tendenza non sono chiare ma, spiegano gli autori della ricerca, potrebbero essere rintracciate negli interventi sanitari che hanno influenza su pressione sanguigna, colesterolo e infiammazione, con un ruolo fondamentale affidato alla prevenzione. (Agonb) Slo 13:00.