Roma, 8 settembre 2020 (Agonb) – L’Earth Overshoot Day 2020, cioè il giorno dell’anno in cui si stima sia stata consumata la quantità di risorse biologiche che la Terra è in grado di rigenerare durante l’intero anno, è stato calcolato al 22 agosto, tre settimane dopo il punto di non ritorno individuato per lo scorso anno. Il guadagno di qualche giorno di autonomia riflette l’abbattimento dei consumi che si è verificato a causa della pandemia di Covid-19: una flessione dell’impronta ecologica, l’impatto determinato dall’umanità, pari al 9,3%.
Analizzando l’impatto dell’umanità in base al tipo di risorsa consumata, la pandemia ha determinato una riduzione del 14,5% di emissioni gas serra (Carbon Footprint), mentre è diminuita dell’8,4% l’impronta sulle foreste. Al dato generale hanno contribuito le interruzioni subite dalla filiera alimentare, a cui però si sono conseguentemente abbinati lo spreco di risorse alimentari e l’aumento della malnutrizione.
Ogni anno, a partire dall’Earth Overshoot Day e fino alla fine dell’anno, l’umanità aumenta il deficit ecologico, che è già cresciuto costantemente a partire dagli anni Settanta. Attualmente utilizza il 60% in più di quanto la Terra sia capace di rinnovare: è come se ad essere utilizzati fossero 1,6 pianeti. (Agonb) Slo 10:00.