Roma, 21 settembre 2020 (Agonb) – I microinquinanti contaminano l’acqua in tutto il mondo; tra questi, gli ormoni steroidei che non possono essere eliminati in modo efficiente tramite i processi convenzionali. I ricercatori del Karlsruhe Institute of Technology hanno ora sviluppato un innovativo sistema di filtrazione che combina una membrana polimerica con il carbone attivo. Il metodo è riportato in Water Research.
La concentrazione di ormoni steroidei in un litro d’acqua, in cui vengono immesse le acque reflue trattate, può essere solo di pochi nanogrammi, ma questa piccola quantità può già danneggiare la salute umana e influire sull’ambiente. A causa della bassa concentrazione e delle piccole dimensioni delle molecole, gli ormoni steroidei non solo sono difficili da rilevare, ma anche da rimuovere. Andrea Iris Schäfer, capo dell’Istituto per la tecnologia avanzata delle membrane del KIT e il suo team hanno ora sviluppato un metodo innovativo per l’eliminazione rapida ed efficiente dal punto di vista energetico degli ormoni steroidei dalle acque reflue.
“In primo luogo, l’acqua viene pressata attraverso una membrana semipermeabile che elimina le impurità e i microrganismi più grandi – spiega Schäfer -. Quindi, scorre attraverso lo strato di particelle di carbonio, che si legano alle molecole ormonali”. Questa tecnologia consente di raggiungere il valore di riferimento di 1 nanogramma di estradiolo per litro di acqua potabile proposto dalla Commissione europea. (Agonb) Cdm 15:00