Roma, 19 ottobre 2020 (Agonb) – Un nuovo studio del Lawson Health Research Institute e della Western University illustra come il microbioma intestinale interagisca con un farmaco orale nei pazienti con cancro alla prostata, suggerendo che i batteri nell’intestino svolgono un ruolo cruciale nelle cure.
I risultati, pubblicati su Nature Communications, evidenziano come il farmaco abiraterone acetato viene metabolizzato dai batteri nell’intestino per ridurre gli organismi nocivi, promuovendo al contempo quelli che combattono il cancro. Le tradizionali terapie sono progettate per privare il corpo di ormoni chiamati androgeni, che sono responsabili della crescita del cancro alla prostata.
L’abiraterone acetato è una terapia altamente efficace utilizzata nel trattamento del cancro alla prostata che sia risultato resistente ad altri trattamenti. Riduce gli androgeni nel corpo, ma lo fa attraverso un meccanismo diverso e, a differenza delle terapie tradizionali, viene assunto per via orale: i batteri nell’intestino metabolizzano il farmaco portando all’aumento significativo di un batterio chiamato Akkermansia muciniphila, un “probiotico di nuova generazione” che facilita una migliore risposta ai farmaci immunoterapici per il cancro.
L’aumento di Akkermansia muciniphila ha portato anche a un aumento della produzione di vitamina K2, nota per le sue proprietà anti-cancro. (Agonb) Cdm 10:30.