ROMA. “L’Ordine Nazionale dei Biologi, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalità di quanti (biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il SSN, sta valutando iniziative legali, affinché vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui è stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci‘ nelle farmacie“. Lo annuncia in una nota, il sen. Vincenzo D’Anna, presidente dell’ONB.
“Tali tipi di esami – spiega D’Anna – presentano varie criticità riguardanti la possibilità di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantità di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificità dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”.
Per il rappresentante dei Biologi italiani “in un momento di massimo allarme e di grande preoccupazione per l’aumento del numero dei contagi (ancorché quasi totalmente a carico di asintomatici), desta sconcerto come si possa autorizzare l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”.
“In detti ambienti – incalza D’Anna – il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, così come accaduto, ad esempio, con le scuole?”.
“Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica è stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl” conclude D’Anna.
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RASSEGNA STAMPA
Covid: biologi, fare retromarcia sui test veloci in farmacia
ZCZC0244/SX4 XSP20297006609_SX4_QBXI R CRO S04 QBXI Covid: biologi, fare retromarcia sui test veloci in farmacia D’Anna,eseguiti luoghi inidonei,intervengano Nas e ispettori Asl (ANSA) – NAPOLI, 23 OTT – L’Ordine nazionale dei biologi scende in campo in merito ai test ‘veloci’ nelle farmacie per la diagnosi del Coronavirus. Il presidente dell’Ordine, senatore Vincenzo D’Anna, sta infatti valutando iniziative legali “affinche’ vengano revocate le disposizioni”. L’intento, spiega in una nota, e’ da un lato “tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalita’ di quanti (biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il Ssn”. Secondo D’Anna, “tali tipi di esami presentano varie criticita’ riguardanti la possibilita’ di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantita’ di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificita’ dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”. Il rappresentante dei biologi italiani si chiede “come si possa autorizzare”, “in un momento di massimo allarme per l’aumento del numero dei contagi”, l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”. “In detti ambienti – incalza D’Anna – il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, cosi’ come accaduto, ad esempio, con le scuole?”. “Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica e’ stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl”, conclude D’Anna. (ANSA). COM-PIO 23-OTT-20 17:08 NNNN
Coronavirus, D’Anna(Biologi): Test veloci in farmacia inaffidabili
Coronavirus, D’Anna(Biologi): Test veloci in farmacia inaffidabili Roma, 23 ott. (LaPresse) – “L’Ordine nazionale dei Biologi, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalità di quanti (Biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il SSN, sta valutando iniziative legali, affinché vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui è stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci’ nelle farmacie”. Lo annuncia in una nota, il sen. Vincenzo D’Anna, presidente dell’ONB. “Tali tipi di esami – spiega D’Anna – presentano varie criticità riguardanti la possibilità di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantità di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificità dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”. Per il rappresentante dei Biologi italiani: “in un momento di massimo allarme e di grande preoccupazione per l’aumento del numero dei contagi (ancorché quasi totalmente a carico di asintomatici), desta sconcerto come si possa autorizzare l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”. “In detti ambienti – incalza D’Anna – il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, così come accaduto, ad esempio, con le scuole?”. “Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica è stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl” conclude D’Anna. POL NG01 acp 231446 OTT 20
Covid: D’Anna (Biologi), test veloci in farmacia inaffidabili, intervengano Nas
NOVA0310 3 MED 1 NOV Covid: D’Anna (Biologi), test veloci in farmacia inaffidabili, intervengano Nas Roma, 23 ott – (Nova) – “L’Ordine nazionale dei Biologi, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalita’ di quanti (Biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il Ssn, sta valutando iniziative legali, affinche’ vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui e’ stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci’ nelle farmacie”. Lo annuncia in una nota, Vincenzo D’Anna, presidente dell’Onb. “Tali tipi di esami – spiega D’Anna – presentano varie criticita’ riguardanti la possibilita’ di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantita’ di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificita’ dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”. Per il rappresentante dei Biologi italiani: “in un momento di massimo allarme e di grande preoccupazione per l’aumento del numero dei contagi (ancorche’ quasi totalmente a carico di asintomatici), desta sconcerto come si possa autorizzare l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”. “In detti ambienti – incalza D’Anna – il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, cosi’ come accaduto, ad esempio, con le scuole?”. “Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica e’ stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl”, conclude D’Anna. (Ren) NNNN
CORONAVIRUS. D’ANNA (ONB): TEST VELOCI FARMACIE INAFFIDABILI E IN LUOGHI NON IDONEI
DRS0227 3 LAV 0 DRS / WLF CORONAVIRUS. D’ANNA (ONB): TEST VELOCI FARMACIE INAFFIDABILI E IN LUOGHI NON IDONEI (DIRE) Roma, 23 ott. – “L’Ordine nazionale dei Biologi, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalita’ di quanti (Biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il Ssn, sta valutando iniziative legali, affinche’ vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui e’ stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci’ nelle farmacie”. Lo annuncia il sen. Vincenzo D’Anna, presidente dell’Onb. “Tali tipi di esami- spiega D’Anna- presentano varie criticita’ riguardanti la possibilita’ di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantita’ di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificita’ dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”. Per il rappresentante dei Biologi italiani: “in un momento di massimo allarme e di grande preoccupazione per l’aumento del numero dei contagi (ancorche’ quasi totalmente a carico di asintomatici), desta sconcerto come si possa autorizzare l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”. “In detti ambienti- incalza D’Anna- il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, cosi’ come accaduto, ad esempio, con le scuole?”. “Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica e’ stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl”, conclude D’Anna. (Comunicati/Dire) 15:04 23-10-20 NNNN
Covid, Biologi: test veloci in farmacia inaffidabili
Covid, Biologi: test veloci in farmacia inaffidabili Eseguiti in luoghi non idonei: intervengano Nas e Asl Roma, 23 ott. (askanews) – “L’Ordine nazionale dei Biologi, con l’intento primario di tutelare la salute dei cittadini ed in secondo luogo, la professionalità di quanti (Biologi, medici, chimici e tecnici di laboratorio) operano presso i laboratori clinici accreditati con il SSN, sta valutando iniziative legali, affinché vengano revocate le disposizioni impartite dai governatori di quelle regioni in cui è stata autorizzata l’esecuzione dei test cosiddetti ‘veloci’ nelle farmacie”. Lo annuncia in una nota, il sen. Vincenzo D’Anna, presidente dell’ONB. “Tali tipi di esami – spiega D’Anna – presentano varie criticità riguardanti la possibilità di falsi negativi e di falsi positivi, sia per l’alta quantità di materiale virale necessario a positivizzarli, sia per la non specificità dei test medesimi, che possono positivizzarsi anche in presenza di materiale virale appartenente a coronavirus influenzali”. Per il rappresentante dei Biologi italiani: “in un momento di massimo allarme e di grande preoccupazione per l’aumento del numero dei contagi (ancorché quasi totalmente a carico di asintomatici), desta sconcerto come si possa autorizzare l’esecuzione di screening fallaci con metodiche invasive, in ambienti certamente non idonei come le farmacie”. “In detti ambienti – incalza D’Anna – il prelievo dovrebbe essere eseguito con le adeguate misure di protezione per il personale, con adeguata e costante sanificazione e con lo smaltimento dei rifiuti ai sensi della vigente normativo sul trasporto dei rifiuti tossici e nocivi. Tutte cose che normalmente vengono eseguite alla lettera nei laboratori specializzati accreditati. Cosa succederebbe nel caso in cui qualcuno risultasse positivo al test: si chiuderebbe immediatamente la farmacia, mettendo in quarantena clienti e dipendenti, così come accaduto, ad esempio, con le scuole?”. “Crediamo che in quelle regioni dove questa inopportuna pratica diagnostica è stata autorizzata, la sussistenza o meno di tali requisiti, debba essere accertata dai Nuclei Antisofisticazione dei carabinieri e dai nuclei ispettivi delle Asl” conclude D’Anna. Mpd 20201023T154946Z
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