Esposizioni di comunità e contatti ravvicinati associate a COVID-19 tra adulti sintomatici ≥18 anni in 11 strutture sanitarie ambulatoriali – Stati Uniti, luglio 2020

Traduzione dell’articolo “Community and Close Contact Exposures Associated with COVID-19 Among Symptomatic Adults ≥18 Years in 11 Outpatient Health Care Facilities — United States, July 2020”, pubblicato l’11 settembre 2020 su www.cdc.gov

 

Le esposizioni verso la comunità e gli stretti contatti continuano a rendere la pandemia della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19).  Il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie e altre autorità sanitarie pubbliche raccomandano strategie di mitigazione  per la comunità per ridurre la trasmissione di SARS-CoV-2, ossia il virus che causa COVID-19 (1,2). La caratterizzazione dell’esposizione della comunità può essere difficile da valutare  nel mentre la trasmissione su larga scala è in atto, specialmente se causata  da persone asintomatiche all’interno di comunità intrinsecamente interconnesse. Potenziali esposizioni, come il contatto ravvicinato con una persona con COVID-19 confermato, sono stati valutati principalmente tra casi  COVID-19, senza un gruppo di confronto non COVID-19 (3,4). Per valutare le esposizioni a stretto contatto e della comunità associate aCOVID-19, le esposizioni riportate dai  pazienti  dello studio  (154) , sono stati confrontati rispetto alle esposizioni riportate dai partecipanti al gruppo di controllo (160).

I  pazienti dello studio  erano adulti sintomatici (persone di età ≥18 anni) con infezione da SARS-CoV-2 confermata dal test di trascrizione inversa-reazione a catena della polimerasi (RT-PCR). I partecipanti al gruppo di controllo erano adulti ambulatoriali sintomatici delle stesse strutture sanitarie, i quali  hanno avuto risultati negativi al test SARS-CoV-2.

Lo stretto contatto con una persona con COVID-19 confermato, era più comunemente segnalato tra i pazienti  (42%) rispetto ai partecipanti al gruppo  controllo (14%). I pazienti dello studio  hanno verosimilmente riportato in maggiore misura di aver cenato in un ristorante (qualsiasi luogo definito come ristorante, inclusi posti a sedere all’interno, nel patio e all’aperto) nelle  2 settimane prima dell’insorgenza della malattia rispetto ai partecipanti al controllo. (odds ratio aggiustato [aOR] = 2,4; intervallo di confidenza al 95% [CI] = 1,5–3,8).

Restringendo l’ analisi ai partecipanti senza un noto  contatto ravvicinato con una persona con COVID-19 confermato, è stato  più verosimile che i pazienti dello studio riferissero di cenare in un ristorante (aOR = 2.8, 95% CI = 1.9–4.3) o andare in un bar / caffetteria (aOR = 3,9, 95% CI = 1,5-10,1) rispetto ai partecipanti al controllo.

Esposizioni e attività in cui  l’usa della mascherina e il distanziamento sociale  sono difficili da mantenersi, incluso  andare in luoghi che offrono  consumazione in loco, potrebbero essere importanti fattori di rischio per l’insorgenza del COVID-19.  Con la riapertura delle comunità, dovrebbero essere considerate misure per ridurre le possibili esposizioni in luoghi che offrono  la consumazione sul posto , per proteggere i consumatori, i dipendenti , e la collettività .

Questa  indagine ha incluso adulti di età ≥18 anni che ha ricevuto un primo test per l’infezione da SARS-CoV-2 presso un ambulatorio o  centro di assistenza sanitaria presso uno degli 11  siti  della rete “efficacia del vaccino influenza “   IVY (Critically Ill) * durante il periodo 1–29 luglio 2020 (5).

Un caso COVID-19 è stato confermato dal test  RT-PCR per SARS-CoV-2 RNA da campioni respiratori. I test variavano a seconda delle strutture. Ogni sito ha generato elenchi di adulti testati durante il periodo di studio in base al risultato di laboratorio; adulti con COVID-19 confermato in laboratorio sono stati selezionati mediante campionamento casuale come  “pazienti dello studio” . Per ogni caso-paziente, due adulti con risultati negativi al test SARS-CoV-2 RT-PCR sono stati selezionati casualmente come “partecipanti al  controllo” e abbinati per età, sesso e luogo di studio. Dopo la randomizzazione e la corrispondenza, 615 potenziali pazienti- caso  e 1.212 partecipanti al controllo sono stati identificati e contattati 14–23 giorni dopo la data in cui  hanno ricevuto l’esito del  test SARS-CoV-2.

Sono state poste domande di screening per identificare gli adulti idonei. Gli adulti ammissibili per lo studio erano sintomatici al momento del loro primo test SARS-CoV-2.

Il personale del CDC ha somministrato interviste strutturate in Inglese o altre cinque lingue † per telefono e immesso i dati nel software REDCap (6). Tra gli 802 adulti contattati e che hanno accettato di partecipare (295 di pazienti- studio e 507 partecipanti al controllo), 332 hanno riportato sintomi al momento del test SARS-CoV-2 iniziale e sono stati arruolati nello studio.

Diciotto interviste sono state escluse a causa della mancata risposta alle domande  sull’esposizione a livello della comunità. Il campione analitico finale (314) includeva 154  pazienti ( positivi al test SARS-CoV-2)e 160 partecipanti al controllo ( negativi al test SARS-CoV-2).

Tra i non partecipanti, 470 non erano idonei (ovvero,non erano sintomatici o avevano più test) e 163 hanno rifiutato di partecipare. Questa attività è stata rivista dal CDC e dai siti partecipanti e condotta in conformità con le norme federali applicabili legge e politica  del CDC. §

I dati raccolti includevano caratteristiche demografiche, informazioni sulle condizioni mediche croniche sottostanti, ¶ sintomi, convalescenza (autovalutazione della salute fisica e mentale), contatto ravvicinato  (entro 6 piedi (circa 1. 8 m)  per ≥15 minuti) con una persona con

COVID-19 confermato, esposizioni sul posto di lavoro, uso di mascherine

comportamento e attività collettive  14  giorni prima della comparsa dei sintomi.

Ai partecipanti è stato chiesto circa l’uso della mascherina e di possibili attività di esposizione alla collettività  (ad esempio, incontri con ≤10o> 10 persone in una casa; shopping; cenare in un ristorante; andare in un ufficio, salone, palestra, bar / caffetteria o chiesa / raduno religioso; o utilizzando i mezzi pubblici), rispetto alla  di tipo Likert a cinque punti che va da “mai” a “più di una volta al giorno” fino a “sempre”;  per l’analisi, le risposte alle attività nella comunità  state dicotomizzate come” mai” rispetto a “una o più volte” durante i 14 giorni prima dell’insorgenza della malattia. Per ogni attività segnalata, ai partecipanti è stato chiesto di quantificare il grado di aderenza alle raccomandazioni come indossare una mascherina facciale di qualsiasi tipologia  o distanziamento sociale tra le altre persone in quel luogo,

con opzioni di risposta che vanno da “nessuno” a “quasi tutti”.

Analisi descrittive e statistiche sono state eseguite per confrontare i pazienti con i partecipanti al controllo, valutando le differenze in caratteristiche demografiche, esposizioni alla  comunità e contatto ravvicinato. Tuttavia,  inizialmente è stato fatto uno sforzo per abbinare

pazienti dello studio ai  partecipanti del gruppo di controllo sulla base di un rapporto 1: 2; non tutti i potenziali partecipanti  sono risultati ammissibili  allo studio o hanno completato l’intervista e perciò  è stata eseguita un’analisi senza abbinamento tra i due gruppi.

Modelli di regressione logistica incondizionata con  equazioni di stima generalizzate  con struttura di correlazione intercambiabile, correggendo le stime per l’errore standard  per il clustering a livello di sito sono stati usati  per valutare  le differenze nelle esposizioni alla  comunità tra pazienti e partecipanti al controllo, con aggiustamenti  per età, sesso, razza / etnia e presenza di una o più condizioni mediche in forma cronica seguenti: Cardiopatie , ipertensione, asma, broncopneumopatia Malattia cronica-ostruttiva,Immunodeficienza,  condizione psichiatrica, diabete o obesità.)

In ogni modello, il risultato del test SARS-CoV-2 (cioè, positivo o negativo) è stato  la variabile di risultato, e ogni attività di esposizione comunitaria è stata la variabile predittiva. Il primo modello includeva l’intero campione analitico (314). Un secondo modello è stato limitato ai partecipanti che non hanno segnalato  un contatto ravvicinato con una persona affetta da  COVID-19 (89 pazienti e136 partecipanti al controllo). Sono state condotte analisi statistiche utilizzando il software SAS (versione 9.4; SAS Institute).

 

Rispetto ai pazienti, i partecipanti al controllo sono stati con più probabilità non- ispanici di razza bianca, (p <0,01), avere una laurea di primo livello o di  grado superiore  (p <0,01) e riportare almeno una  delle seguenti condizione mediche in forma  cronica Cardiopatie , ipertensione, asma, broncopneumopatia Malattia cronica-ostruttiva,Immunodeficienza,  condizione psichiatrica, diabete o obesità.)(p = 0,01) (Tabella).

Nei 14 giorni prima dell’insorgenza della malattia, il 71% dei pazienti e il 74% dei partecipanti al controllo hanno riferito di utilizzare sempre mascherini  in tessuto per il viso o altre tipologie ,  quando in pubblico.  Contatto ravvicinato con persone affette da  COVID-19, è stato riportato dal 42% dei pazienti rispetto al 14% dei partecipanti al controllo (p <0,01),

e la maggior parte (51%) dei contatti ravvicinati, è avvenuto con  membri della famiglia.

Circa la metà di tutti i partecipanti ha riferito di aver fatto acquisti e visitare altre persone,  all’interno di una casa (in gruppi di ≤10 persone) in ≥ 1 giorno durante i 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi. Nessuna differenza significativa è stata osservata nell’analisi  bivariata tra pazienti e i  partecipanti al gruppo controllo relativamente allo  shopping;incontri con ≤10 persone in una casa; andare in un ufficio; andare in un salone; incontri con> 10 persone in una casa;andare in palestra; utilizzando i mezzi pubblici; andare in un bar /caffetteria; o partecipare a riunioni religiose / in chiesa. Tuttavia,i pazienti  hanno riferito in maniera maggiore di aver cenato in un ristorante (aOR = 2,4, IC 95% = 1,5-3,8) nelle 2 settimane prima dell’inizio della malattia rispetto ai partecipanti al controllo.

Inoltre, quando l’analisi è stata limitata  ai 225 partecipanti che non hanno segnalato il recente contatto ravvicinato con una persona con  COVID-19,  i pazienti hanno maggiormente riportato, rispetto ai partecipanti al gruppo di controllo, di aver cenato in un ristorante

(aOR = 2.8, 95% CI = 1.9–4.3) o  essere andati in un bar / caffetteria (aOR = 3,9, IC 95% = 1,5-10,1). Tra 107 partecipanti che hanno riferito di aver cenato in un ristorante e 21 partecipanti che hanno riferito di essere andato in un bar / caffetteria, i  pazienti hanno riportato di  aver osservato in misura minore le raccomandazioni come indossare la mascherina e il mantenimento del distanziamento sociale.(p = 0,03 ep = 0,01, rispettivamente).

Discussione

In questa indagine, i partecipanti con e senza COVID-19 hanno riportato esposizioni nella comunità generalmente simili, con l’eccezione di recarsi in luoghi in cui si mangia e si beve in loco.oni. Gli adulti con COVID-19 confermato (pazienti) hanno riportato circa due volte tanto rispetto ai partecipanti al controllo , di  aver cenato in un ristorante nei 14 giorni prima di ammalarsi

Oltre a cenare in un ristorante, i pazienti hanno riportato di andare con maggiore probabilità  in un bar / caffetteria, ma solo quando l’analisi è stata limitata ai partecipanti senza stretto contatto con persone con COVID-19 confermato,  prima dell’insorgenza della malattia.  I rapporti di esposizioni nei ristoranti sono state collegate alla circolazione dell’aria (7).

La direzione, la ventilazione e l’intensità del flusso d’aria potrebbero influenzare la trasmissione del virus , anche in presenza dell’implementazione di misure  come il distanziamento  sociale e  l’uso di mascherine, i secondo le linee guida attuali.

Le mascherine non possono essere efficacemente indossate mentre si mangia e si beve, mentre si fa la spesa e numerose altre attività indoor non precludono l’uso della mascherina.

Tra gli adulti con COVID-19, il 42% ha riportato uno stretto contatto con una persona con COVID-19, simile a quello che è stato riportato in precedenza (4). La maggior parte delle esposizioni a contatto ravvicinato erano con  familiari, coerente con la trasmissione familiare

di SARS-CoV-2 (8). Poche persone (14%)  che hanno ricevuto risultato negativo del test SARS-CoV-2 , hanno riferito casi di  stretto contatto con una persona con COVID-19 confermato. Per aiutare a rallentare la diffusione di SARS-CoV-2, le precauzioni che  dovrebbero essere implementate è di stare in isolamento a casa quando ci si espone ad un soggetto avente  COVID-19, oltre ad aderire alle raccomandazioni di  lavarsi le mani spesso, indossare la  mascherina e il distanziamento sociale.

Se un membro della famiglia o  un altro contatto risulta  è malato, misure di prevenzione aggiuntive possono può essere adottate  per ridurre la trasmissione, come la pulizia e

Disinfezione della casa, ridurre i pasti e gli oggetti condivisi, indossare guanti e mascherine, per coloro senza e con  COVID-19 diagnosticato.

I risultati in questo rapporto sono soggetti ad almeno cinque limitazioni.

In primo luogo, il campione includeva 314 pazienti sintomatici che hanno richiesto  attivamente il test durante l’1–29 luglio 2020 a 11  strutture di cura.

Adulti sintomatici con SARS-CoV-2 risultato  negativo al test potrebbero essere stati infettati da altri virus responsabili di problemi alle vie respiratorie e avuto esposizioni simili a persone con  casi di tale patologie.

Le persone che non hanno risposto o si sono rifiutate di partecipare possono essere sistematicamente diverse da quelle  intervistate per questo sondaggio.

Sforzi per abbinare per  età e sesso pazienti con controlli non sono stati mantenuti  a causa di partecipanti non risultati idonei,  che hanno rifiutato di partecipare o non hanno risposto, e questo è stato preso in considerazione nell’approccio analitico.

In secondo luogo, è possibile creare confusione non misurabile, così come i comportamenti riportati potrebbero rappresentare fattori, inclusa la partecipazione simultanea in attività in cui possono essersi verificate possibili esposizioni, che non sono stati inclusi nell’analisi o misurati nel sondaggio.

Da segnalare che la domanda che valuta la cena in un ristorante, non ha distinto tra le opzioni interno ed esterno.

Inoltre, la questione di andare in un bar o in una caffetteria non ha tenuto conto della  distinzione tra il consumo sul posto o il take away, che potrebbero rappresentare esposizioni diverse.

Terzo, gli adulti nello studio provenivano da uno degli 11  centri  sanitari professionali e potrebbero non essere rappresentative della popolazione  degli Stati Uniti.

Quarto, i partecipanti erano consapevoli del loro risultato al  test SARS-CoV-2, c e pertanto ciò ha potuto influenzarli, nel rispondere alle  domande, relativamente l’esposizione alla comunità e ai contatti ravvicinati.

Infine, lo status di paziente (caso) o partecipante “controllo” controllo può essere soggetto a

classificazione errata a causa di sensibilità o specificità imperfette  basate  su  test PCR (9,10).

Questo sondaggio evidenzia le differenze nelle esposizioni alla collettività e contatti ravvicinati  tra adulti che hanno ricevuto risultato positivo del test SARS-CoV-2 e coloro che hanno ricevuto a risultato negativo del test SARS-CoV-2.  La valutazione continua di vari tipi di attività e esposizioni come  la riapertura alla collettività, scuole e luoghi di lavoro è importante. Le esposizioni e le attività dove l’uso della mascherina è usata e il distanziamento sociale sono difficili da mantenere, incluso andare in luoghi che offrono in loco consumo di cibo e bevande, potrebbero essere importanti fattori di rischio per l’infezione da SARS-CoV-2.

Dovrebbe essere considerata l’implementazione di misure di sicurezza per ridurre l’esposizione al SARS-CoV-2 durante il consumo di cibi e bevande, al fine di proteggere clienti, dipendenti e collettività e rallaentare la diffusione del COVID 19

 

SUMMERY

Che cosa si sa già sull’argomento?

Le esposizioni verso la comunità e gli stretti contatti contribuiscono alla diffusione di COVID-19.

Cosa viene aggiunto da questo rapporto?

Risultati di un’indagine caso-controllo su pazienti sintomatici ambulatoriali di 11 strutture sanitarie statunitensi hanno rilevato che contatti ravvicinati con persone notoriamente affette da COVID-19 o che stanno andando in luoghi che offrono l’opzione di consumare cibo e bevande in loco, sono  associati alla positività al  COVID-19. Adulti con esito positivo al test per  SARS-CoV-2 hanno  circa il doppio di probabilità di aver cenato in un ristorante rispetto a quelli con esito negativo al test per SARS-CoV-2.

Quali sono le implicazioni per la pratica della salute pubblica?

Mangiare e bere in loco in luoghi che offrono tali opzioni potrebbero essere importanti fattori di rischio associati all’infezione da  SARS-CoV-2

Sforzi per ridurre le possibili esposizioni in caso in cui l’uso della mascherina o il distanziamento sociale siano difficili da mantenere, come quando si mangia o si beve, dovrebbe essere considerato per proteggere i clienti, i dipendenti e le comunità

 

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