Roma, 4 novembre 2020 (Agonb) – Prendere in considerazione due comuni test sulle malattie renali può migliorare notevolmente le capacità di stima dei rischi di malattie cardiovascolari, con conseguente maggiore efficacia nella prevenzione e nell’assistenza sanitaria per milioni di pazienti.
La rivelazione arriva da uno studio dei ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School che hanno utilizzato i dati di oltre nove milioni di individui per sviluppare e convalidare un calcolo del punteggio di rischio, aggiungendo alle misurazioni comuni anche due analisi – la velocità di filtrazione glomerulare stimata e l’albumina urinaria – comunemente usate per rivelare una malattia renale cronica.
«L’aggiunta di queste due misure della malattia renale, che sono spesso disponibili nei comuni esami di controllo – ha spiegato il primo autore dello studio, Kunihiro Matsushita – consente miglioramenti notevoli nell’accuratezza delle stime di rischio di un paziente e, di conseguenza, di perfezionamento del trattamento». Lo studio è stato pubblicato su “EClinicalMedicine”, una nuova rivista online ad accesso aperto pubblicata da The Lancet. (Agonb) Slo 09:30.