Roma, 7 novembre 2020 (AgOnb) – ‘’Chi non conosce la matematica difficilmente riesce a cogliere la bellezza, la più intima bellezza, della natura’’. Cosi affermava Richard Feynman, fisico e divulgatore scientifico statunitense, in effetti la matematica ha origini antichissime e ed è la disciplina che sta alla base dei fenomeni che accadono tutti i giorni nella nostra vita; i modelli matematici ci permettono di avere certezze sia sul piano macroscopico, dove descrivono la struttura dello spazio tempo, sia sul piano microscopico, dove valgono leggi che hanno a che fare con i fenomeni quotidiani.
La radice etimologica della parola matematica deriva dalla parola egizia “Maat”, ovvero la divinità, figlia di Ra, che era la personificazione dei concetti di ordine, verità e giustizia. Questa disciplina è stata una delle prime nella storia ad avere un metodo rigoroso, che gli ha permesso un florido sviluppo. Infatti mentre all’inizio era utile solamente per contare e per fare semplici operazioni, oggi è diventata importante per tantissime discipline scientifiche e tecniche, come la fisica, l’ingegneria, l’economia e l’informatica.
Già Galileo Galilei aveva capito l’importanza della matematica nello studio della natura, dicendo “Il libro della natura è scritto in caratteri matematici”. Molto spesso però è stata la spinta di curiosità della fisica, la necessità di capire alcuni fenomeni della natura, che ha portato allo sviluppo della matematica. Un esempio di come un’idea matematica ed apparentemente astratta è stata poi usata per capire fenomeni naturali, sono i numeri complessi. L’insieme dei numeri complessi è stato infatti introdotto, all’inizio, per la semplice esigenza di fare operazioni impossibili con i numeri reali, introducendo un’entità, un numero immaginario, ovvero la radice quadrata di -1.
Se a scuola le ore di matematica erano un incubo senza fine, se numeri e conti ti mandano in crisi, non è tutta colpa tua ma di un gene che è presente in ognuno di noi. Un recente studio condotto presso il Department of Neuropsychology al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Leipzig, in Germania, attribuisce infatti a fattori genetici buona parte delle abilità individuali in matematica.
Secondo gli scienziati il principale indiziato sarebbe un gene chiamato ROBO1, le cui varianti sono legate allo sviluppo della materia grigia nella corteccia parietale destra, la regione del cervello dedicata a far di conto. Gli scienziati hanno misurato il volume della materia grigia nel cervello di alcuni bambini tra i tre e i sei anni di età che non avevano ancora ricevuto alcun tipo di istruzione matematica. Hanno quindi analizzato il genoma di questi bambini identificando le varie espressioni del gene ROBO1, trovando una precisa correlazione tra le varianti del gene e la quantità di materia grigia. Negli anni successivi i ricercatori hanno seguito i bambini nei loro percorsi scolastici, hanno raccolto i loro voti in matematica e hanno cercato eventuali correlazioni con le analisi fatte in passato. Secondo quanto pubblicato dal team di scienziati su PLOS Biology ci sarebbe un nesso tra variante del gene ROBO1, quantità di materia grigia e perfomance in matematica dei bambini: sembra che circa il 20% della capacità di maneggiare i numeri sia ascrivibile a fattori genetici.
Va sottolineato come i risultati dello studio non possano essere considerati definitivi: alcuni neuro scienziati fanno notare come nella ricerca tedesca non si tenga sufficientemente conto dei fattori ambientali che potrebbero aver influito sulle capacità matematiche dei bambini. Inoltre se anche queste correlazioni fossero provate in future ricerche, altri quattro quinti delle abilità matematiche sarebbero riconducibili ad altri fattori.
Per questo sono d’accordo con Galileo nel dire che la matematica è il linguaggio con cui è scritta la natura. Infatti avvicinandoci alla scienza ci accorgiamo che l’universo è disegnato in modo matematico e che tutti i numerosi fenomeni della natura possono essere ridotti a poche equazioni fondamentali, il che è incredibilmente affascinante. (AgOnb) Matteo Piccirilli 10:00