Scoperto uno dei fattori che può rendere meno efficace l’immunoterapia per il tumore al polmone: si tratta di un autoanticorpo, la cui presenza è una possibile spia di resistenza all’immunoterapia in questi pazienti, come spiegano sulla rivista EBioMedicine i ricercatori dell’università Sapienza e del Policlinico Umberto I di Roma, guidati da Marianna Nuti. L’immunoterapia funziona ‘armando’ il sistema immunitario del malato in modo da fargli riconoscere e annientare le cellule tumorali. Se però il sistema immunitario ha un difetto, è probabile che scatti un meccanismo di resistenza all’immunoterapia, che ne compromette così l’efficacia. La presenza di autoanticorpi può quindi essere una spia di allarme, un indicatore di un sistema immunitario che non funziona come dovrebbe.
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