Roma, 20 novembre 2020 (AgOnb) – Lo studio condotto dagli esperti del Cold Spring Harbor Laboratory e della Stanford University, pubblicato sul “Journal of Neuroscience”, ha individuato “Globus pallidus”, una struttura che interagisce con l’amigdala quando occorre imparare dall’esperienza, e potrebbe essere collegato a come il cervello elabora le sensazioni di paura. Gli esperti hanno analizzato le loro interazioni. «I circuiti di elaborazione della paura fanno sì che il cervello risponda alle situazioni spaventose – afferma Bo Li del Cold Spring Harbor Laboratory – aumentando la frequenza del battito cardiaco per consentire all’organismo di fuggire di fronte alla minaccia, e facilitando così l’apprendimento e le risposte appropriate alle situazioni simili future. Spaventarsi significa: percepire il pericolo e reagire nel modo corretto». Il team ha studiato il modo in cui i circuiti cerebrali interagiscano tra loro per suscitare paura, utilizzando strumenti di neuroscienza per mappare le connessioni e comprendere il modo in cui componenti specifici contribuiscano all’apprendimento del pericolo. «Una conoscenza approfondita di questi meccanismi – commenta il ricercatore – aiuta a sviluppare modi più efficaci in pazienti che soffrono di disturbi d’ansia. Sappiamo che l’amigdala assolve a una serie di funzioni legate all’attività emotiva». Il gruppo di ricerca sostiene che il “globus pallidus” possa essere coinvolto in tutta una serie di processi assai complessi. (AgOnb) 14:00 Mmo