Roma, 20 novembre 2020 (AgOnb) – Se un brivido ci corre lungo la schiena quando ascoltiamo la nostra musica preferita, è perché diverse aree del cervello si attivano tutte insieme scatenando uno tsunami di piaceri. A dimostrarlo uno studio francese, pubblicato su “Frontiers in Neuroscience” da ricercatori dell’Università della Borgogna Franca-Contea. Lo studio ha coinvolto 18 volontari, abituati a provare questa sensazione. Sono stati invitati ad ascoltare 90 estratti musicali per un totale di 15 minuti. Durante l’esperimento, dovevano indicare i momenti in cui sentivano la pelle accapponarsi e l’intensità del piacere provato. Nel frattempo il loro cervello veniva monitorato con un elettroencefalogramma ad alta densità di elettrodi sullo scalpo. I risultati dimostrano che i brividi si manifestano quando si registrano segnali elettrici a bassa frequenza (onde Theta) nella corteccia orbitofrontale (regione del cervello coinvolta nelle emozioni), nell’area motoria supplementare (legata al controllo dei movimenti) e nel lobo temporale destro (dedita al processamento e apprezzamento della musica). Queste aree lavorano insieme, rielaborano la musica e rilasciano il neurotrasmettitore del piacere, la dopamina. Il meccanismo, combinato con la piacevole aspettativa delle note preferite della canzone, produce il brivido. La cosa più affascinante, secondo i ricercatori, è che «la musica non sembra determinare benefici biologici, eppure l’implicazione della dopamina e del sistema di ricompensa suggerisce che abbia una funzione ancestrale». Questa potrebbe risiedere nell’attesa in cui prevediamo la parte da brividi del brano musicale «essere in grado di prevedere ciò che accadrà – concludono gli esperti – da un punto di vista evolutivo è essenziale per la sopravvivenza». (AgOnb) 12:00 Mmo