“Il virus diffuso in tutto il mondo non è il virus di Wuhan, è il virus del nord Italia”: a sostenerlo è il virologo tedesco Alexander Kekulé, direttore dell’Istituto di microbiologia medica dell’Universitätsklinikum Halle. La notizia campeggia, in bella evidenza, in un articolo pubblicato sul portale Fanpage dove si legge (è sempre lo studioso tedesco ad affermarlo) che il ceppo italiano sarebbe “più contagioso della variante trovata a Wuhan, epicentro dell’epidemia di Covid-19 in Cina“. Insomma: tale tesi sembra confermare l’ipotesi dell’esistenza di un “virus padano autoctono” di cui già parlò il presidente dell’Ordine nazionale dei Biologi Vincenzo D’Anna, lo scorso 1 marzo, in un’intervista rilasciata a “Il Mattino” di Napoli. Per quella posizione, occorre ricordarlo, D’Anna fu attaccato duramente dalla cosiddetta “scienza ufficiale”. Eppure sarebbe appena il caso di ricordare, anche in questa sede, che la missione della scienza dovrebbe essere, al contrario, la continua confutazione di posizioni che, all’apparenza, potrebbero sembrare consolidate. Peraltro, prima di questa nuova ipotesi che viene dalla Germania, sull’evoluzione della diffusione del morbo virale, c’era stata anche una puntuale ricostruzione giornalistica della rigorosa trasmissione televisiva della Rai, “Presa diretta”, dai contenuti assai simili. Che dire? E’ proprio vero quel detto che recita che “i fatti sono opinioni testarde”…
Clicca qui per leggere l’articolo di Fanpage
Clicca qui per leggere l’intervista di D’Anna a Il Mattino dell’1/3/2020