Roma, 11 dicembre 2020 (Agonb) – Un team dell’Università di Medicina di Vienna, in collaborazione con il CeMM (Center for Molecular Medicine of the Austrian Academy of Sciences) e l’Istituto Ludwig Boltzmann per le malattie rare, ha identificato un meccanismo immunitario che è parzialmente responsabile di alcune gravi reazioni infiammatorie nella pelle o nell’intestino, che seguono un trapianto di cellule staminali successivo a chemioterapia e radioterapia.
I ricercatori hanno scoperto che ci sono cellule T residenti nella pelle e inattive nel sistema immunitario che sopravvivono alla chemioterapia e alla radioterapia e continuano a sopravvivere per altri dieci anni tra le cellule epiteliali della pelle.
«Siamo stati in grado di dimostrare – hanno spiegato Georg Stary e Johanna Strobl della MedUni di Vienna – che le cellule T che sopravvivono nel tessuto cutaneo sono responsabili della reazione infiammatoria a seguito di un trapianto di cellule staminali. Questi fenomeni si verificano spesso entro i primi cento giorni e possono causare varie reazioni, da un lieve eczema, all’indurimento del tessuto, a vesciche sulla superficie della pelle. In altre parole, le cellule T endogene attaccano il ricevente dopo il trapianto di cellule staminali».
Questa condizione è anche chiamata Graft versus Host Disease (GvHD), malattia del trapianto contro l’ospite, e, per la prima volta, lo studio austriaco, pubblicato su “Science Translational Medicine”, ha identificato una “reazione ospite contro innesto” inversa. (Agonb) Cdm 11:30.