Roma, 13 gennaio 2021 (AgOnb) – Uno studio, sviluppato nei laboratori di ricerca della Fondazione Tettamanti, in collaborazione con l’Università di Milano Bicocca, ha scoperto che i geni Nutm1 e Pax5, prevedono la gravità di una particolare forma di leucemia linfoblastica acuta che colpisce bambini con meno di un anno di età. Se nelle cellule malate il gene Nutm1 è fuso con altri geni, la prognosi della malattia è migliore, se ad essere fuso è il gene Pax5, è più grave. La presenza di queste alterazioni aiuta per scegliere i farmaci più efficaci contro la malattia. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista ‘Blood’. «Aver individuato la presenza del gene Pax5 fuso con altri nei casi con prognosi più difficile – sottolinea Giovanni Cazzaniga, responsabile dell’unità di ricerca ‘Genetica della leucemia’ della Fondazione Tettamanti e ricercatore di genetica medica all’Università di Milano Bicocca – indica una nuova strada terapeutica: ci sono farmaci sperimentali che agiscono proprio su di esso. Vi è un inibitore delle chinasi che ha già dimostrato il suo effetto antitumorale e anti-angiogenico in numerose forme tumorali. Uno strumento in più che ci aiuta a capire quando utilizzare le terapie più avanzate, come l’immunoterapia». Questa scoperta, conclude Cazzaniga, «ci dice quanto sia importante identificare e riconoscere diversi sottotipi genetici che permettono di modificare le terapie in funzione del diverso rischio di ricaduta di malattia». (AgOnb) Mmo 11:00