Roma, 20 gennaio 2021 (Agonb) – I ricercatori della McGill University hanno identificato un nuovo percorso cellulare che limita la crescita e la diffusione dei tumori cerebrali controllando il recupero delle proteine recettoriali della superficie cellulare.
Lo studio, pubblicato sul Journal of Cell Biology, suggerisce che il percorso, che coinvolge una proteina chiamata Rab35, è difettoso in molti pazienti con glioblastoma, una forma mortale di cancro al cervello, e che il ripristino dell’attività di Rab35 potrebbe essere una nuova strategia terapeutica.
Il glioblastoma è il tipo più aggressivo di cancro al cervello e, poiché è in gran parte non trattabile, il paziente medio muore entro 14 mesi dalla diagnosi. Come in altri tumori, la proliferazione e la diffusione delle cellule di glioblastoma dipende da varie proteine recettoriali all’esterno della cellula. I livelli di queste proteine recettoriali sono controllati da vie di trasporto cellulare che interiorizzano i recettori e quindi li degradano o li riportano sulla superficie cellulare. Nelle cellule sane, queste vie di trasporto sono regolate da una classe di proteine note come piccole GTPasi.
Il team ha scoperto che la riduzione dei livelli di Rab35 ha aumentato la crescita e la diffusione dei tumori cerebrali; al contrario, l’aumento dei livelli di Rab35 ha ridotto la crescita del tumore e prolungato la sopravvivenza. I ricercatori hanno scoperto che Rab35 è attivato da un percorso che coinvolge un’altra piccola GTPasi chiamata Arf5. Insieme, Arf5 e Rab35 sembrano controllare il trasporto di vari recettori della superficie cellulare, limitando così la capacità delle cellule di migrare e invadere attraverso i tessuti e limitando la loro capacità di replicarsi. Uno dei recettori della superficie cellulare controllati da questo percorso è il recettore del fattore di crescita epidermico della proteina di segnalazione (EGFR).
Nelle cellule di glioblastoma prive di Rab35, EGFR viene sempre più recuperato sulla superficie cellulare invece di essere degradato, migliorando l’attività di segnalazione del recettore. L’inibizione dell’EGFR con il farmaco antitumorale erlotinib ha ridotto la produzione di una proteina chiamata SPOCD1, nota per promuovere la proliferazione e la metastasi di più tumori. (Agonb) Cdm 10:30.