Roma, 25 gennaio 2021 (AgOnb) – Un gruppo di ricercatori, tra cui Daniela Galimberti ed Elio Scarpini del Centro Dino Ferrari dell’Università Statale e dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, ha scoperto un’alterazione della percezione soggettiva del dolore, associata ad una significativa atrofia, documentata da RM, di una specifica area cerebrale, “il circuito talamo-cortico-striatale”, in soggetti con demenza fronto-temporale. I risultati sono pubblicati sulla rivista “Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry”. Seconda causa di decadimento cognitivo under 65, provoca: disinibizione, alterazioni condotta sociale, aggressività e riduzione di volume di aree cerebrali specifiche. Nel 20% dei casi è possibile identificare una mutazione in uno dei tre geni principali (progranulina, MAPT e C9ORF72). «Studiato dal progetto multicentrico internazionale, GENFI (GENetic Frontotemporal dementia Iniziative), che coinvolge pazienti di diversi centri, tra cui – sottolinea Scarpini – l’Unità Malattie Neurodegenerative del Centro Dino Ferrari, dell’Università degli Studi di Milano – Ospedale Policlinico, che ha contribuito garantendo l’accuratezza diagnostica, attraverso procedure avanzate, in grado di porre una diagnosi a livello genetico-molecolare delle demenze neurodegenerative». Secondo Galimberti «È interessante aver consentito di evidenziare una riduzione del volume di alcuni dei circuiti neurali coinvolti nella alterata percezione del dolore: il talamo posteriore (pulvinar), lo striato, il cervelletto e le regioni corticali frontali e temporali. Questi risultati – conclude Galimberti – consentono di comprendere alcuni meccanismi anatomo-fisio-patologici, orientandoci verso una strategia terapeutica più specifica per interventi di controllo e di modulazione del sintomo dolore». (AgOnb) Mmo 10:00