Il Protocollo di intesa stipulato tra il nostro Ordine insieme a quello degli Psicologi del Lazio e il Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione (Sezione di Nutrigenetica e Nutrigenomica) dell’Università di Roma Tor Vergata, si propone di sviluppare, a partire da una scorporazione di dati provenienti dalla Survey, obbiettivi di interesse per le categorie degli iscritti ai rispettivi Ordini Professionali. Pertanto, cari/e colleghi/e, come Ordine abbiamo avviato una survey per meglio comprendere eventuali criticità emerse nell’esercizio della professione a seguito della pandemia.
Allo scopo vi chiediamo di aderire al progetto e di procedere alla compilazione del seguente questionario (“Indagine sulle conseguenze derivate dalle varie chiusure e limitazioni in seguito al Covid-19 sull’attività degli operatori sanitari della nutrizione”) avendo cura di compilare tutti i campi. I dati ottenuti, raccolti in forma anonima e nel rispetto della privacy, saranno utili per comprendere eventuali bisogni emergenti ed orientare azioni future per lo sviluppo della professione.
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È oramai conoscenza consolidata la forte implicazione e compresenza, nell’area alimentazione, degli aspetti biologici e psicologici, non solo in ambito di psicopatologia (D.N.A.). Tale evidenza ha condotto, soprattutto negli ultimi anni, alla nascita spontanea e sentita da parte di psicologi e nutrizionisti di avviare spazi di lavoro condivisi.
Tuttavia, l’assunzione di tale prassi, a “macchia di leopardo” se non accompagnata dal supporto di linee di indirizzo, prodotte a seguito di dati e letteratura scientifica, rischia di trasformarsi in una presa in carico del paziente improvvisata e poco professionale, lasciando alle iniziative dei singoli, modalità e tempi di regolamentazione della presa in carico condivisa.
Ne consegue che, di fondamentale importanza è la creazione di un modello di intervento multidisciplinare correlato alla multidimensionalità delle componenti che agiscono che, a partire dai dati e dalla letteratura scientifica possa fornire delle linee di best practice a vantaggio dei professionisti e dei pazienti che a loro si rivolgono.
Ciò consentirebbe, in linea con gli obbiettivi degli ordini professionali, di raggiungere i seguenti obbiettivi:
– Garantire la qualità della prestazione e una sua maggiore efficacia;
– offrire uno spazio di aggiornamento, a vantaggio della competenza professionale, ai propri iscritti;
– salvaguardare i cittadini da eventuali esercitazioni illegittime da parte di pseudoprofessionisti non abilitati;
– attenzionare i decisori politici alla necessità di prevedere e/o rafforzare l’equipe di entrambe le figure professionali anche in assenza di psicopatologia (es. aiuto nell’aderenza alla dieta);
– favorire lo sviluppo di reti interprofessionali sul territorio per il potenziamento dell’attività privata.
A maggior ragione una partecipazione più ampia possibile alla compilazione del questionario può darci strumenti per meglio organizzare un piano di attività che vede coinvolte le varie figure professionali dove si intersecano aspetti di nutrizione e di psicologia, spesso estremamente correlate tra di loro.