Roma, 26 febbraio 2021 (AgOnb) – Uno studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex e condotto dai ricercatori dell’Università di Basilea rivela che un eccessivo consumo di caffeina può causare una riduzione del volume di materia grigia, ma con 10 giorni di depurazione si può invertire l’effetto. «L’assunzione eccessiva di caffè – afferma Carolin Reichert dell’Università di Basilea – potrebbe compromettere la capacità di elaborazione delle informazioni, oltre che la funzione cognitiva». Il team ha testato 20 partecipanti, a cui sono state somministrate giornalmente tre porzioni da 150 mg di caffeina per dieci giorni. Nei dieci giorni successivi, hanno poi ricevuto un placebo. I ricercatori hanno monitorato il sonno tramite elettroencefalografia, scoprendo che la caffeina non aveva compromesso né durata né profondità del sonno. «C’è stata una riduzione della materia grigia – riporta la ricercatrice – ma potrebbe essere un effetto temporaneo, dato che a dopo 10 gg tale alterazione non sembrava persistere. I nostri risultati non significano che la caffeina abbia un impatto negativo sul cervello – sottolinea l’autrice – ma il consumo quotidiano influisce sulle nostre funzioni cognitive». Secondo la Mayo Clinic l’assunzione di 400 mg di caffeina al giorno è da considerare sicura. Uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Nutrition condotto dagli esperti dell’Università del South Australia, ha dimostrato che un consumo pari o superiore a sei tazze al giorno può aumentare la quantità di grassi nel sangue, il che produce alti rischi di problemi cardiovascolari. «A livello globale – osserva Elina Hypponen dell’Università del South Australia e autrice principale dello studio – ogni giorno vengono consumate circa tre miliardi di tazze di caffè. È importante che le persone con delle condizioni pregresse scelgano con attenzione la bevanda da consumare». (AgOnb) Mmo 9:00