La formazione ECM intesa come garanzia di qualità delle prestazioni sanitarie erogate. Questa la ratio che muove l’articolo 10 della legge 24, cosiddetta “legge Gelli“, laddove si riconosce la necessità che le varie prestazioni dei professionisti del vasto “pianeta sanità”, siano coperte da polizze assicurative. A patto, però, che costoro assolvano, in maniera corretta, a quelli che sono gli obblighi di formazione. Perché, sì, in servizio, intoppi e rischi possono essere sempre in agguato e dunque ben venga la copertura di un “ombrello” assicurativo. Il tutto, s’intende, nell’esclusivo interesse del paziente eventualmente danneggiato oltre che del professionista stesso. Tuttavia laddove questo “intoppo” si dovesse rivelare frutto di un mancato o insufficiente “aggiornamento professionale“, allora non ci sarebbero scusanti in grado di tenere e per l’assicuratore si potrebbe anche spalancare la possibilità di potersi rivalere direttamente sul professionista negligente di turno. Proprio, dunque, sulla necessità di mantenere intatto (o meno) questo legame assicurativo, condizionandolo, in qualche modo, all’effettivo assolvimento degli obblighi formativi ECM, si è discusso, questa mattina, in sede di Commissione nazionale ECM, dopo la richiesta di un parere, in tal senso, rivolta allo speciale organismo, da parte della sottocommissione del Ministero della Salute. Alla riunione, svoltasi in modalità online, era presente, in rappresentanza dell’Ordine nazionale dei Biologi, anche la dott.ssa Claudia Dello Iacovo, consigliera ONB con delega in materia di Formazione Professionale. “Tranne qualche giustificabile distinguo, alla fine il parere della commissione ECM è stato favorevole al mantenimento degli obblighi così come previsti dalla legge” ha spiegato la rappresentante dei Biologi. “Tale indirizzo – ha aggiunto – mi trova favorevole pur rappresentando una categoria, quella dei Biologi, che trova forti difficoltà a formarsi in tutti i suoi molteplici campi di competenza”. D’altronde, ha aggiunto la Dello Iacovo “sono fortemente convinta che essere ‘assicurati’ possa sì garantire, da un lato, la sicurezza di una copertura in caso di gravi rischi, ma dall’altro possa anche fungere da ulteriore sprone, per non dire da incentivo per una più corretta e puntuale formazione ECM. “A mio giudizio, infatti, solo con una puntuale e frequente attività di formazione è possibile da un lato ridurre al minimo i rischi e dall’altro assicurare un sempre più elevato livello delle prestazioni sanitarie” ha concluso la consigliera dell’ONB.