Il pessimismo sulle prospettive di carriera e le insoddisfacenti condizioni di lavoro sono le ragioni principali per cui molti ricercatori italiani migrano all’estero, come conferma un’analisi di Science and Public Policy. Lo studio1 stima che l’Italia abbia visto emigrare 14.000 ricercatori dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, quando iniziarono i tagli ai fondi per la ricerca in Italia, un taglio seguito da un’inversione di rotta solo parziale dopo il 2015. Per esaminare più in dettaglio i fattori dietro quel flusso, gli autori hanno attinto ai dati ricavati da MORE3 (Mobility Patterns and Career Paths of EU Researchers), un’indagine statistica sulla mobilità internazionale dei ricercatori finanziato dalla Commissione Europea.
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