Roma, 17 marzo 2021 (AgOnb) – La pandemia sta rallentando le azioni di protezione animale e vegetale in diverse aree del mondo. Questo in sostanza è l’allarme lanciato di recente dall’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Secondo un nuovo rapporto più della metà delle aree protette dell’Africa e un quarto di quelle dell’Asia sono state costrette a fermare o ridurre le azioni di conservazione. Questo perché, a causa del Covid-19, moltissime aree protette, parchi e riserve stanno osservando la perdita di posti di lavoro, per esempio fra ranger ed esperti anti bracconaggio, con diversi tagli al sistema della protezione ambientale. Nel nuovo numero di PARKS, rivista IUCN sulle aree protette, vengono raccolti ed evidenziati gli scritti di oltre 150 autori, tra cui diversi scienziati, ma anche premi Nobel, ex presidenti ed esperti del Wwf, che raccontano come la pandemia stia incidendo sulle politiche di conservazione. Rallentati anche i progetti di educazione alla conservazione e la divulgazione. L’assenza di turismo incide poi soprattutto nella raccolta di fondi necessari per portare avanti la gestione di molte riserve. Per esempio in Brasile si stima una perdita di 1,6 miliardi di dollari legato all’assenza di turismo nelle aree protette, in Namibia le riserve naturali potrebbero invece perdere 10 milioni di dollari di entrate. “La pandemia è stata una tragica dimostrazione del nostro rapporto malato con la natura e la prova che abbiamo ancora molta strada da fare” ricordano gli autori del report. (AgOnb) Gta 10:00