Roma, 23 marzo 2021 (Agonb) – Diagnosticare il Parkinson (e monitorarne lo sviluppo) attraverso un semplice e indolore tampone cutaneo? A breve potrebbe essere possibile. Lo sostengono scienziati dell’Università di Manchester che hanno sviluppato un test pionieristico che potrebbe costituire una vera e propria rivoluzione: i risultati sono consultabili su Nature Communications.
La tecnica funziona analizzando i composti presenti nel sebo – la sostanza oleosa che riveste e protegge la pelle – e identificando i cambiamenti nelle persone con malattia di Parkinson. Il sebo è ricco di molecole simili ai lipidi ed è uno dei fluidi biologici meno studiati nella diagnosi di questa patologia malgrado la sua importanza, visto che le persone con Parkinson spesso producono più sebo del normale. Il team, guidato dalla professoressa Perdita Barran, dell’Università di Manchester, e dal professor Monty Silverdale della Salford Royal Foundation Trust, ha reclutato 500 persone con e senza Parkinson; sono stati prelevati campioni di sebo dalla parte superiore della schiena e, attraverso diversi metodi di spettrometria di massa, sono stati identificati 10 composti chimici nel sebo che risultavano elevati o ridotti nelle persone con Parkinson. Ciò ha consentito di distinguere le persone con la malattia con un’accuratezza dell’85%.
Un’analisi dettagliata ha mostrato cambiamenti nelle persone con Parkinson nell’elaborazione dei lipidi (grassi) e nei mitocondri, le minuscole “batterie” delle cellule, i cui malfunzionamenti sono uno dei tratti distintivi della patologia. Il team ha depositato brevetti per le proprie tecniche diagnostiche e sta progettando di creare una società spin-out per commercializzare i nuovi test. (Agonb) Cdm 09:00.