Roma, 25 marzo 2021 (AgOnb) – L’Italia vanta una straordinaria ricchezza di vitigni, frutto di molteplici fattori, caratterizzati da numerose varietà autoctone legate a specifiche zone e tradizioni del nostro Paese. Alcuni ricercatori hanno realizzato “La mappa dei vitigni italiani”, con l’obiettivo di riconoscere e descrivere in modo univoco i diversi vitigni, valutarne le parentele, così da individuare i capostipiti. Sono stati analizzati centinaia di varietà conservate nelle collezioni italiane ed internazionali. La ricerca, i cui risultati sono pubblicati su “Frontiers in Plant Science”, rientra nel progetto VIGNETO – Viticultural Characterization of the main Italian Grape Varieties and their Terroir e da AGER – Fondazioni in rete per la ricerca Agroalimentare, e vede la collaborazione di ricercatori del CREA, del CNR, e di varie Università Italiane. È emerso come il germoplasma tradizionale italiano discenda da pochi vitigni primari, alcuni con un impronta genetica in aree specifiche, altri invece in tutto il territorio. Ne sono esempi lo “Strinto porcino”, ed il suo discendente “Sangiovese”, il “Mantonico bianco” e l'”Aglianico”, capostipiti dei vitigni meridionali; “Visparola”, “Garganega” e “Bombino bianco”, la cui impronta genetica è nell’Italia Centrale; “Termarina” “Orsolina” e “Uva Tosca”, capostipiti di numerose varietà locali diffuse nell’Italia Nord-Occidentale e Centrale. Questo è un importante strumento genetico dalle numerose applicazioni: utile per la propagazione e scelta dei vitigni, che sono ora dotati di un passaporto molecolare che li individua in modo univoco; mette a disposizione informazioni genotipiche dettagliate e serve ai produttori per valorizzare e difendere i vini tradizionali. Il fascino della storia costituisce un importante volano di sviluppo e un ulteriore elemento di riconoscibilità e caratterizzazione del prodotto. (AgOnb) Mmo 11:00