Roma, 30 marzo 2021 (AgOnb) – I ricercatori dell’Università di Firenze hanno individuato uno dei possibili meccanismi alla base del Parkinson. La ricerca pubblicata su “Nature Communications” https://www.nature.com/articles/s41467-021-21937-3, è frutto di una collaborazione internazionale tra Italia, Spagna e Regno Unito. Gli studiosi hanno isolato e stabilizzato varie forme di aggregati di sinucleina, hanno messo in luce la morfologia e le modalità di interazione con le membrane biologiche e hanno così identificato quelle maggiormente tossiche: gli “oligomeri di tipo B”. «Sono proprio gli oligomeri di tipo B ad apparire le specie più tossiche, ma lo studio – spiega Roberta Cascella, tra le autrici – evidenzia che anche gli aggregati fibrillari più grandi hanno una significativa tossicità, che si manifesta soprattutto a tempi di incubazione più lunghi con i neuroni». Aggiunge un’altra autrice, Cristina Cecchi «Le fibrille più grandi si ancorano alla membrana e rilasciano progressivamente frammenti più piccoli e solubili, gli oligomeri appunto, che riescono a destabilizzare ed attraversare il doppio strato fosfolipidico della cellula nervosa. Le fibrille sono tossiche a causa del rilascio di questi piccoli oligomeri che inducono l’effetto nocivo». In soggetti sani, questi piccoli oligomeri vengono neutralizzati dall’omeostasi proteica, negli anziani, il sistema di controllo è meno efficiente e gli oligomeri riescono a formarsi più insistentemente e ad agire indisturbati nel cervello. «I risultati emersi da questo lavoro – afferma Fabrizio Chiti, coautore dello studio – hanno non solo un valore legato all’avanzamento delle conoscenze dei meccanismi della malattia di Parkinson, ma offrono anche la base molecolare per un efficace intervento terapeutico». (AgOnb) Mmo 13:00