Roma, 26 maggio 2021 (Agonb) – L’attività fisica sembra collegata alla regolazione emotiva nella prima infanzia, che a sua volta predice il rendimento scolastico. È quanto sostiene uno studio condotto da Fotini Vasilopoulos e Michelle Ellefson dell’Università di Cambridge e pubblicato sulla rivista PLOS ONE.
I due scienziati sono partiti dal Millennium Cohort Study, uno studio longitudinale su 4.043 bambini nel Regno Unito: genitori e insegnanti hanno compilato questionari per misurare le componenti emotive e comportamentali delle abilità di autoregolazione di bambini di 7, 11 e 14 anni. L’attività fisica è stata valutata in base a diversi parametri, tra cui intensità, durata e divertimento. L’analisi statistica dei dati ha mostrato che un maggior grado di attività fisica era collegato a una maggiore regolazione emotiva, ma non a una regolazione comportamentale, in tutti e tre i punti temporali in cui sono state effettuate le misurazioni. Tuttavia, quando i ricercatori hanno tenuto conto dello stato socio-economico dei bambini, l’attività fisica era collegata a una regolazione emotiva inferiore e aveva un legame trascurabile con la regolazione comportamentale.
L’analisi ha anche suggerito che, per i bambini di 7 anni, l’attività fisica prediceva positivamente le capacità di regolazione emotiva con un conseguente miglior rendimento scolastico durante la scuola primaria. Per i bambini di 11 anni, invece, l’attività fisica sembrava avere un impatto positivo sul rendimento scolastico attraverso la regolazione comportamentale. Guardando allo stato socio-economico, questi legami apparivano ancora più pronunciati. (Agonb) Cdm 10:00.