Roma, 29 maggio 2021 – Pubblicata di recente su Sensors una ricerca del laboratorio di Chimica e tecnologia per le bioscienze (Ctb) dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” del Cnr-Scitec, in collaborazione con l’Irccs Ospedale San Raffaele, l’Ospedale Sacco, l’Università di Milano e la Fondazione Mondino di Pavia, che ha visto la realizzazione di CovidArray: un test su metodica microarray, che rileva RNA virale di SARS-CoV-2 in tamponi nasofaringei e salivari. I metodi attuali hanno sensibilità e specificità maggiori del 95%, originando falsi negativi e richiedendo da 4 a 6 ore di attesa per i risultati: «Il metodo si basa sull’immobilizzazione di frammenti di DNA sulla superficie di lastrine di silicio rivestite con un polimero funzionale, in grado di legarsi all’acido nucleico del virus ottenuto dopo l’estrazione dal tampone. La positività è rilevata grazie ad un marcatore fluorescente», spiega Francesco Damin, ricercatore Cnr-Scitec, coordinato da Marcella Chiari. «L’elevata sensibilità di CovidArray, combinata con un metodo di estrazione dell’RNA virale, alternativo alla metodica attuale, consente di ridurre i risultati falsi negativi e i tempi di circa 2 ore». CovidArray però richiede un lungo lavoro manuale. «Possiamo analizzare fino a 16 campioni per volta, ma non ci sono ostacoli concettuali all’integrazione del test in una piattaforma automatica», aggiunge Damin. «La tecnologia realizzata è versatile e si può utilizzare per individuare altre patologie. CovidArray, tramite nuovi componenti, può identificare le varianti di SARS-CoV-2 e differenziare Covid-19 da altre infezioni virali o batteriche del tratto respiratorio, diventando uno strumento adatto alla diagnosi di routine di un’ampia gamma di patogeni respiratori», conclude il ricercatore Cnr-Scitec. (AgOnb) Mmo 9:00