Roma, 31 maggio 2021 (Agonb) – L’adenocarcinoma duttale pancreatico è uno dei tumori più aggressivi e si stima che, entro il 2030, potrebbe diventare la seconda causa di decessi correlati al cancro negli Stati Uniti. Le opzioni terapeutiche sono limitate e quasi la metà dei pazienti a cui è stato rimosso chirurgicamente sperimenta la recidiva della malattia entro un anno, nonostante la chemioterapia.
In uno studio pubblicato su Nature Communications un team di ricercatori guidato dal direttore del Norris Cotton Cancer Center del Dartmouth-Hitchcock Health, Steven D. Leach, e da Surajit Dhara, ricercatore del laboratorio di Leach, in collaborazione con i colleghi del Memorial Sloan Kettering Cancer Center e Weill Cornell Medicine, stanno sviluppando il primo biomarcatore epigenetico prognostico e terapeutico per i pazienti con adenocarcinoma duttale pancreatico. Lo scopo è prevedere quali pazienti abbiano probabilità o meno di beneficiare della chemioterapia tradizionale. I probabili “responder” possono essere trattati con sicurezza con regimi chemioterapici tradizionali, mentre i probabili “non responder” possono ricevere un regime alternativo, potenzialmente una combinazione di terapia epigenetica.
“Studiando tutti gli elementi epigenetici che regolano i geni nell’adenocarcinoma duttale pancreatico, abbiamo scoperto che solo circa 1.092 elementi sono associati alla resistenza alla chemioterapia e alla recidiva precoce di questa malattia. Di questi, 723 elementi vengono messi a tacere nei tumori chemio-resistenti e sono predittivi in modo ottimale” dice Dhara.
Per tradurre questa conoscenza nella clinica, Leach e Dhara hanno inventato una nuova piattaforma tecnologica chiamata “ATAC-array” che valuta gli elementi di regolazione genica come mezzo per prevedere la risposta chemioterapica e il potenziale beneficio della terapia epigenetica. La tecnologia è basata sul DNA e può essere potenzialmente eseguita su campioni di aspirazione con ago sottile raccolti da tumori al momento della diagnosi. (Agonb) Cdm 10:00.