Roma, 23 giugno 2021 (AgOnb) – Può una cellula tumorale curare una malattia rara? La ricercatrice Valentina Cauda, docente del Dip. di Scienza Applicata e Tecnologia e il suo team, di cui fa parte Silvia Appendino, ha provato a rispondere tramite il progetto “MIMIC-KeY – A key to the rational design of extracellular vesicles mimicking Nanoparticles”. La ricerca riprodurrà nano-particelle, in laboratorio, che, simulando la capacità delle metastasi di individuare l’organo da aggredire, saranno guidate verso il tessuto a scopo curativo. Ciascun tumore, infatti, crea metastasi in specifici organi o tessuti, “guidato” dalle vescicole extracellulari che individuano il bersaglio da colpire. Questo porterà migliorie in ambito terapeutico, prevedendo il rilascio mirato di farmaci di precisione. Il progetto MIMIC-KeY, ispirandosi alla struttura cellulare del cancro alla prostata e al mieloma multiplo, proverà a proporre una terapia per una rara patologia metabolica dell’apparato scheletrico, la picnodisostosi. «Questo progetto è stato finanziato nell’ambito del FET-OPEN RIA, programma di Ricerca europeo di Horizon 2020 che supporta la Ricerca di frontiera e la trasla verso l’applicazione clinica e industriale» ha spiegato la Cauda. (AgOnb) Mmo 14:00