Roma, 1 luglio 2021 (AgOnb) – Mentre nel mondo spopolano le varianti del coronavirus e in diversi Paesi i contagi sembrano purtroppo in ripresa, l'”epidemiologia genetica” ci appare oggi come il nuovo e decisivo strumento per identificare queste mutazioni e varianti. In una ricerca condotta su oltre 7mila genomi del virus, pubblicata sulla rivista Genetic Epidemiology e coordinata dall’Università di Harvard, viene spiegato come l’epidemiologia genetica sia dunque oggi fondamentale per esaminare il codice genetico di migliaia di esemplari di Sars-CoV-2. In totale, spiegano gli studiosi di Harvard, grazie a questa sono state analizzate quasi 30mila posizioni differenti nel patrimonio genetico del coronavirus. Nel raccontare l’importanza delle nuove tecniche i ricercatori sostengono che «quando nell’autunno del 2020 abbiamo applicato le tecniche dell’epidemiologia molecolare ai genomi del Covid abbiamo notato un locus nei genomi del virus in Brasile che era associato a una maggiore mortalità, e che in seguito è diventato parte della definizione del cosiddetto ceppo P.1 dal Brasile. Questo ceppo – conclude – era più contagioso e più resistente agli anticorpi rispetto al ceppo originale, ed era legato un’ondata di morti di Covid-19 nel Paese dell’America Latina». (AgOnb) Gta 11:00