Roma, 14 luglio 2021 (AgOnb) – Uno studio tedesco, pubblicato su JAMA Oncology, guidato da Carsten Finke e Frederik Bartels, della Charité-Universitätsmedizin di Berlino ha rivelato che un paziente su tre, affetto da tumore del polmone, ha autoanticorpi neuronali associati a deterioramento cognitivo. Lo studio è stato condotto su 167 pazienti, di cui il 76% con carcinoma polmonare a piccole cellule “SCLC” e i restanti “non a piccole cellule” NSCLC. Su 97 pazienti sono stati eseguiti test neurologici dettagliati, gli autoanticorpi diretti al cervello sono stati rilevati in 61 di essi, 33 avevano autoanticorpi noti e 27 autoanticorpi diretti contro antigeni sconosciuti, esaminati mediante analisi immunoistichimiche. Il 67% presentava un deterioramento cognitivo, tra i pazienti con SCLC, la probabilità di deterioramento cognitivo era 11 volte più alta. Tra i pazienti con NSCLC, gli autoanticorpi dell’immunoglobulina A mirati a N-metil-D-aspartato erano associati a probabilità più elevate di deficit di memoria, in particolare i ricordi e il riconoscimento. I risultati suggeriscono «che questi anticorpi potrebbero rappresentare un fattore importante nel deterioramento cognitivo correlato al cancro – spiegano Finke e Bartels – i tassi di deterioramento cognitivo e di autoanticorpi neuronali erano anche più alti di quanto ci aspettassimo. I medici dovrebbero essere a conoscenza di questo deterioramento cognitivo correlato al cancro», hanno concluso i due esperti. (AgOnb) Mmo 12:30