Roma, 19 luglio 2021 (Agonb) – La luce come tecnica per osservare a fondo il corpo umano: così i ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e Istituto italiano di tecnologia hanno messo a punto una nuova tecnica non invasiva che ricava informazioni altrimenti difficili da ottenere, soprattutto quando il target da ispezionare è “in profondità”. Un accesso in situ a proprietà dei tessuti garantito dalla dispersione della luce che apre uno spiraglio nelle possibilità di diagnosi precoce di alcune malattie neurodegenerative e tumori.
Si tratta di una tecnica non invasiva basata sulla luce: gli studiosi – Giancarlo Ruocco coordinatore del Center for Life Nano- & Neuro-Science dell’Istituto italiano di tecnologia e Marco Leonetti, ricercatore dell’Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche e affiliato ad Iit, con colleghi dell’Istituto nazionale di ricerca metrologica e dell’European Laboratory for Non-linear Spectroscopy – hanno mosso i primi passi per sviluppare futuri sistemi di diagnostica precoce di alterazioni macroscopiche del tessuto. Nello studio pubblicato su Nature Communications, in laboratorio è stata simulata la diffusione della luce in un sistema complesso utilizzando ossido di zinco, un materiale fortemente riflettente e biocompatibile: viene inserita la nanosonda, di dimensione 10.000 volte inferiore al diametro di un capello, in grado di misurare la deformazione delle proprietà locali della luce.
Il sistema viene illuminato con luce verde, che la nanosonda capta e riemette a sua volta fluorescenza (luce rossa) che non è in grado di fornire un’immagine nitida a causa dell’opacità del sistema complesso. I ricercatori però, tramite la lettura delle fluttuazioni nel tempo e nello spazio della fluorescenza in risposta all’ambiente circostante, possono riconoscere la presenza di particolari aggregati di proteine intorno alla nanosonda, che essendo più densi hanno un indice di rifrazione diverso rispetto al tessuto circostante. (Agonb) Cdm 11:00.