Roma, 21 luglio 2021 (Agonb) – Il microbioma, la vasta collezione di batteri presenti nell’intestino umano, è ritenuto fattore chiave nello sviluppo di malattie infiammatorie croniche intestinali, diabete, obesità e anche malattie neurologiche come la sclerosi multipla e il Parkinson fino a depressione e disturbi autistici.
In uno studio pubblicato su Nature Communications, scienziati delle università di Würzburg e Marburg sono riusciti per la prima volta a dimostrare sperimentalmente che i metaboliti batterici sono in grado di aumentare l’attività citotossica di alcune cellule immunitarie e quindi influenzare positivamente l’efficacia delle terapie antitumorali. Idealmente, perciò, la composizione delle specie batteriche presenti nel microbioma potrebbe essere utilizzata per controllarne l’influenza sul successo della terapia.
“Siamo stati in grado di dimostrare che gli acidi grassi a catena corta come i butirrati e, in particolare, il pentanoato sono in grado di aumentare l’attività citotossica delle cellule T CD8”, spiega Maik Luu, uno degli autori. Le cellule T CD8 sono talvolta chiamate anche cellule killer: come parte del sistema immunitario, è loro compito uccidere specificamente le cellule dannose per l’organismo. Gli acidi grassi a catena corta, a loro volta, appartengono alla classe dominante di metaboliti del microbioma intestinale. Da un lato, possono stimolare il metabolismo delle cellule T inducendo regolatori centrali del metabolismo energetico, dall’altro possono inibire specifici enzimi che regolano l’accessibilità al materiale genetico e quindi l’espressione genica nelle cellule T. In tal modo, inducono cambiamenti epigenetici.
“I risultati sono un esempio di come i metaboliti dei batteri intestinali possono modificare il metabolismo e la regolazione genica delle nostre cellule e quindi influenzare positivamente l’efficienza delle terapie antitumorali”, ha concluso Luu. (Agonb) Cdm 11:00.