Roma, 3 agosto 2021 (AgOnb) – Messa a punto dai biotecnologi dell’Università di Ferrara, una nuova super-proteina per curare l’emofilia di tipo B. «Le terapie in uso per la cura delle malattie emorragiche, agiscono ripristinando la normale coagulazione del sangue, funzione essenziale per il nostro organismo e di cui gli emofilici sono carenti. Questi farmaci però hanno durata limitata nel sangue, così da obbligare i pazienti a sottoporsi settimanalmente a ripetute infusioni di farmaco», illustra Alessio Branchini, del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie e coordinatore dello studio, insieme al team Unife, composto da Mirko Pinotti, Silvia Lombardi, prima autrice dello studio, Mattia Ferrarese, in collaborazione con il gruppo di Jan Terje Andersen della University of Oslo. «Questa nuova molecola è un prodotto biotecnologico chiamato “proteina di fusione”. Combina 2 diverse molecole: l’albumina, prodotta naturalmente dal nostro organismo con una durata nel sangue addirittura di settimane, e il fattore IX della coagulazione, la proteina utilizzata per trattare l’emofilia B» – spiega la Lombardi. Inoltre, puntualizza Pinotti, «Questa tecnologia, così come l’approccio biotecnologico usato, si può estendere ad altre molecole di interesse terapeutico, e ad altre patologie anche oltre la coagulazione, rendendo questo approccio davvero intrigante per le sue potenzialità di applicazione». L’iter è ancora lungo in quanto al momento è stata testata soltanto a livello pre-clinico: «Lo scopo della nostra ricerca è di arrivare alle persone e migliorarne la vita, in tutti i suoi aspetti». (AgOnb) Mmo 11:00