Roma, 1 settembre 2021 (AgOnb) – Uno studio dell’Università del Texas Southwestern, pubblicato su Cell Metabolism, ha scoperto un segnale trasmesso al cuore dalle cellule adipose, un sorta di SOS, che protegge dai danni cardiaci indotti dall’obesità. La ricerca spiegherebbe il “paradosso dell’obesità”, un fenomeno dove gli obesi hanno migliori prognosi di malattie cardiovascolari a breve e medio termine rispetto ai magri, e l’opposto sul lungo termine. La ricercatrice Clair Crewe, spiega che lo stress dell’obesità rende gradualmente disfunzionale il tessuto adiposo, causando la riduzione e la morte dei suoi mitocondri, organelli cellulari che generano energia. Questo grasso perde capacità di immagazzinare i lipidi generati dalle calorie in eccesso nel cibo, avvelenando altri organi attraverso la lipotossicità. Alcuni organi, tra cui il cuore, sembrano avere una difesa preventiva per proteggersene. Grazie a una tecnica genetica e ad un lavoro condotto sui topi, gli studiosi hanno notato che le cellule adipose dei roditori inviavano vescicole extracellulari piene di piccoli pezzi di mitocondri morenti. Alcuni di questi frammenti viaggiavano attraverso il flusso sanguigno fino al cuore, innescando lo stress ossidativo, stato in cui le cellule generano radicali liberi dannosi, e per contrastarlo, le cellule del cuore producono molecole protettive antiossidanti. Ulteriori ricerche hanno mostrato che queste cellule rilasciano anche vescicole extracellulari piene di mitocondri: ciò dimostra che quanto avviene nei topi potrebbe essere notato negli esseri umani. Secondo i ricercatori, imparare a generare artificialmente il meccanismo protettivo, potrebbe portare a nuovi modi per contenere le conseguenze negative dell’obesità. (AgOnb) Mmo 12:00