Roma, 1 settembre 2021 (AgOnb) – Il peperone è presente da millenni sulle tavole di tutto il mondo, una coltura unica tra le Solanaceae e i fattori che ne hanno condizionato la propagazione a livello globale, non hanno più segreti. Un team di ricercatori, guidato da Pasquale Tripodi (Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo del CREA) e da Nils Stein (Istituto tedesco Leibniz per la genetica delle piante e la Ricerca sulle colture), ha ricostruito la storia genetica per scoprire quanti gusti culinari e tradizioni alimentari ne hanno condizionato la biodiversità e la diffusione. Lo studio, pubblicato su PNAS, è il più ampio progetto di ricerca sulla famiglia delle Solanaceae. Sono stati analizzati oltre 10,000 campioni del genere Capsicum, custodite nelle banche del germoplasma: la più ampia collezione nel peperone finora caratterizzata e studiata, che rappresenta la diversità di oltre 130 paesi nel mondo. Attraverso il sequenziamento di nuova generazione, sono state sviluppate 26.000 sequenze bar-code del DNA in grado di definire in modo univoco ciascun individuo oggetto di studio. La ricerca ha confermato che i peperoni allo stato selvatico sono tipici della regione andina e la loro prima domesticazione è avvenuta nell’attuale Messico ed in altre regioni dell’America meridionale. È stato possibile ricostruire le rotte di espansione e differenziazione dei peperoni post-domesticazione. Sono stati identificati nuovi centri di diversità genetica in Europa Orientale, Africa e Sud Est Asiatico e individuate le diverse rotte commerciali che hanno permesso la diffusione e diversificazione del peperone dolce e del peperoncino in tali regioni. (AgOnb) Mmo 10:00