Roma, 22 settembre 2021 (Agonb) – I depositi di beta-amiloide (A-beta) nel cervello sono uno dei segni della malattia di Alzheimer e sono implicati nella neurodegenerazione che la caratterizza. Ma l’A-beta è presente anche negli organi periferici e i livelli ematici di questa proteina sono correlati al carico di amiloide cerebrale e al declino cognitivo, aumentando la possibilità che l’A-beta prodotta perifericamente possa contribuire alla malattia.
Uno studio pubblicato su PLOS Biology e guidato da John Mamo della Curtin University di Bentley, in Australia, ha gettato nuova luce sui legami tra le proteine del fegato e l’insorgenza o la progressione dell’Alzheimer: sebbene non sia semplice distinguere l’A-beta prodotta dal fegato e quella prodotta dal cervello (su cui si è generalmente concentrata finora la ricerca), è stato possibile osservare che l’A-beta derivata perifericamente ha la capacità di causare neurodegenerazione, contribuendo potenzialmente alla malattia.
“Anche se sono necessari ulteriori studi – ha commentato Mamo – questa scoperta mostra che l’abbondanza di questi depositi di proteine tossiche nel sangue potrebbe essere potenzialmente affrontata attraverso la dieta e alcuni farmaci che potrebbero colpire specificamente l’amiloide lipoproteica, riducendo quindi il rischio o rallentando la progressione della malattia”. (Agonb) Cdm 10:00.