Per la prima volta alla guida dell’organizzazione una donna araba, Razan Al Mubarak, eletta presidente. Ecco cosa è emerso dal congresso di Marsiglia
Roma, 24 settembre 2021 (AgOnb) – Buio e luce. Da una parte la paura per la biodiversità che stiamo perdendo, dall’altra la speranza – anche grazie a nuove scelte ai vertici – per un futuro che con il giusto impegno nella lotta per preservare le specie potrà essere meno cupo del previsto.
Sono sentimenti contrastanti quelli che emergono dall’ultimo Congresso IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della Natura, che si è svolto questa estate in Francia a Marsiglia e che ha visto eleggere alla presidenza Razan Al Mubarak, prima donna del mondo arabo a dirigere l’Unione.
Dal convegno quel che emerge è un bilancio ancora molto preoccupante: al momento sono 138.374 le specie di animali, piante e funghi catalogate nella famosa Lista Rossa dell’IUCN e di queste quasi un terzo, il 28% (38.543), sono a rischio estinzione.
Preoccupano, per esempio, squali e razze, fra le specie sempre più in pericolo a causa della pressione sugli oceani, oggi in seria difficoltà fra crisi climatica, acidificazione, temperature elevate, perdita di habitat e inquinamento di vario tipo, oltre che per la sovrapesca. Il 37% delle specie di razze e squali – fanno sapere dal congresso – è a forte rischio di estinzione, mentre al contrario c’è speranza per i tonni. Il sistema della quote regionali di pesca ha infatti aiutato il recupero per quattro specie di tonni. Il tonno rosso dell’Atlantico (Thunnus thynnus) è passato da In Pericolo (EN) a Minor Preoccupazione (LC) , mentre il tonno rosso meridionale (Thunnus maccoyii) è passato dalla categoria Pericolo Critico (CR) a quella In Pericolo (EN). L’ala lunga (Thunnus alalunga) e il tonno pinna gialla (Thunnus albacares) si sono spostati entrambi da Quasi minacciato (NT) a Minor Preoccupazione (LC). Il tonno pinna gialla però, come altri, nel frattempo continua a essere sovra sfruttato nell’Oceano Indiano.
Al convegno che si è concentrato sulle condizioni di diverse specie marine, tra varie presentazioni sono state poi sottolineati gli status di diversi animali sempre più in difficoltà, spesso per la perdita di habitat, come il varano di Komodo che è passato da “vulnerabile” a “in pericolo”.
Secondo i membri della IUCN gioca molto, in questi passaggi di stato, il ruolo della crisi climatica: il riscaldamento globale e il conseguente aumento del livello dei mari per esempio si stima che ridurranno almeno del 30% l’habitat del varano nei prossimi 45 anni.
Presa coscienza della grande perdita di biodiversità che interessa il Pianeta, secondo gli esperti – sfruttando fondi e azioni condivise nella battaglia alla crisi climatica – siamo però ancora in tempo per invertire la rotta.
“L’aggiornamento della Lista Rossa IUCN è un segnale forte che dimostra come, nonostante le crescenti pressioni sui nostri oceani, le specie possono riprendersi se gli stati si impegnano veramente a pratiche sostenibili” ha spiegato per esempio Bruno Oberle, direttore generale dell’IUCN. “Gli Stati e gli altri soggetti riuniti al Congresso mondiale sulla conservazione dell’IUCN a Marsiglia devono cogliere l’opportunità di aumentare gli obiettivi sulla conservazione della biodiversità e lavorare per target vincolanti basati su solidi dati scientifici. Queste valutazioni della Lista Rossa dimostrano quanto strettamente le nostre vite e i nostri mezzi di sussistenza siano intrecciati con la biodiversità” ha chiosato.
A guidare lo IUCN nella futura e impegnativa sfida per la conservazione sarà ora Razan Khalifa Al Mubarak, eletta nuova presidente dell’IUCN durante il meeting di Marsiglia. Prima donna araba alla guida dell’Unione, è stata direttrice generale dell’Environment Agency Abu Dhabi che ha avuto un ruolo primario nelle azioni di tutela ambientale e di protezione della biodiversità nella penisola araba e in tutto il Medio Oriente.
Il nuovo consiglio sarà in carica per i prossimi quattro anni e durante l’assemblea sono state elette anche numerose altre cariche, dal tesoriere ai consiglieri regionali, così come i presidenti di commissione che riuniscono 18mila esperti in tutto il mondo in diverse discipline.
Al Mubarak è solo la seconda donna, in oltre 70 anni, a guidare l’organizzazione, un forte segnale di cambiamento: la neo presidente si è detta “onorata” della scelta, spiegando che ci troviamo in un “momento critico in cui dobbiamo elevare la conservazione della natura in prima linea nell’agenda della sostenibilità globale”.
Tra le sue priorità, raddoppiare i punti di forza dello IUCN, migliorare la collaborazione fra persone e aree, e sostenere le popolazioni indigene per spingere al massimo sugli obiettivi di conservazione della natura. “L’unico modo per risolvere un problema multidimensionale come la perdita di biodiversità è garantire che tutte le parti interessate abbiano un posto a tavola: donne, giovani e persone di tutte le aree geografiche” ha sostenuto in un’intervista a Mongbay in cui ha ricordato per esempio l’importanza di sostenere “le popolazioni indigene che costituiscono il cinque percento della popolazione mondiale e stanno proteggendo oltre l’80 percento della biodiversità della Terra. La loro esperienza con la resilienza e il come vivere in equilibrio con la natura forniscono al mondo preziose informazioni su come conservare la biodiversità adattandosi ai cambiamenti climatici”. (AgOnb) Gta 9:00