Roma, 27 settembre 2021 (AgOnb) – Una ricerca dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, insieme all’Università di Pisa e La Sapienza, chiarisce come la noradrenalina sia capace di evitare la neurodegenerazione. Essa protegge le cellule nervose ripristinando il cruciale meccanismo dell’autofagia, aprendo a nuove prospettive per malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer. Lo studio, pubblicato su International Journal of Molecular Sciences, è stato condotto su cellule nervose coltivate in laboratorio. “Un metodo classico per ottenere effetti neurotossici” – spiega la dott.ssa Carla Letizia Busceti – “è sottoporli a metanfetamina. La somministrazione o la sua assunzione, genera disturbi cognitivi assimilabili alle demenze degenerative, oltre a facilitare l’insorgenza del Parkinson. Ciò l’ha resa un modello utile per comprendere i meccanismi alla base di specifiche degenerazioni neuronali”. Gli studi dimostrano che, somministrando preventivamente la noradrenalina, si protegge i neuroni dalla tossicità della metanfetamina. “Sapevamo” – aggiunge la Biagioni – “che nel Parkinson e nelle demenze degenerative si realizza una precoce disfunzione dei neuroni che producono noradrenalina. Non era chiaro come la perdita del neurotrasmettitore fosse in grado di favorire le malattie. Abbiamo visto che la noradrenalina agisce su 2 bersagli cellulari: i mitocondri e la via autofagica. I 2 sistemi vengono protetti dalla neurodegenerazione indotta da metanfetamina. Abbiamo anche visto come la noradrenalina eserciti questi effetti agendo su uno specifico tipo di recettori, i beta 2, che, se stimolati da farmaci specifici, incrementano la protezione”. “La perdita di noradrenalina nel cervello” – spiega il prof. Fornai, Ordinario di Anatomia dell’Università di Pisa e Responsabile dell’Unità di Neurobiologia dei Disturbi del Movimento del Neuromed – “anticipa spesso l’insorgenza dei sintomi in malattie come Alzheimer o Parkinson. Conoscere i recettori responsabili dell’effetto protettivo della noradrenalina, e la dimostrazione dei meccanismi molecolari che vengono reclutati per esercitare neuroprotezione, apre nuove strade terapeutiche per quelle patologie”. (AgOnb) Mmo 14:00